Farmaci che non ci sono

Farmaci che non ci sono

Carenza o irreperibilità? Qualunque sia la causa, l’assenza di farmaci dal mercato può rappresentare un problema di salute pubblica. Il tema è stato oggetto dell’incontro «Perché alcuni farmaci scompaiono? Riflessioni a confronto tra Ispe e Aifa», organizzato da Ispe Italy Affiliate. I titolari dell’Aic sono tenuti a segnalare eventuali problemi produttivi, regolatori o legati alla catena distributiva ad Aifa, che pubblica un elenco contenente tutte le informazioni relative ai casi di carenza accertati e che periodicamente viene aggiornato. Per garantire al paziente la continuità terapeutica, e in assenza di alternative basate su farmaci analoghi, in tutti questi casi Aifa autorizza l’importazione in deroga. Le carenze di medicinali però possono anche essere generate dall’attività di parallel trade, praticata da alcuni grossisti quando il mercato estero offre condizioni di vendita più remunerative di quelle del mercato interno. Un’attività legale che però in Italia è stata complicata e distorta con l’entrata in vigore del “Decreto Bersani” (D.L. 223/2006) che ha di fatto abrogato l’incompatibilità tra le attività di distribuzione all’ingrosso di medicinali e quella di fornitura al pubblico di medicinali in farmacia. Il numero di operatori è passato così da 150 a 1.200, lasciando spazio al verificarsi di illeciti. Per contrastare il fenomeno, Aifa in collaborazione con il ministero della Salute e il Comando Carabinieri per la tutela della salute – Nas, e con il supporto della Regione Lazio, ha avviato un progetto sulle indisponibilità, che coinvolge tutti gli operatori della filiera del farmaco e ha lo scopo di verificare l’applicazione delle norme vigenti in materia di tracciabilità e gestione delle forniture dei medicinali (idoneità di locali, personale, magazzino). «Dall’analisi incrociata dei dati riportati nell’elenco generato da Federfarma Lazio, relativo alle indisponibilità di medicinali sul territorio e quelli riportati dal ministero della Salute» afferma Domenico Di Giorgio, direttore ufficio Qualità dei prodotti & contraffazione «è stato possibile identificare gli operatori che nella Regione hanno effettuano attività di esportazione di medicinali considerati a rischio di indisponibilità rilevante per la salute pubblica. In questo modo si è fornito uno strumento alle Asl e alle Regioni per sanzionare chi non rispetta le regole; non esiste infatti nessuna situazione, a eccezione della resa di farmaci, per la quale sia legittimo un passaggio di medicinali dalla farmacia al grossista».

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