Innovazione sostenibile, un concetto strategico

Innovazione sostenibile, un concetto strategico

L’innovazione sostenibile come concetto strategico per rileggere il sistema salute: da centro di costo a generatore di valore sociale, scientifico ed economico e, quindi, motore dello sviluppo economico del Paese. Sotto questo concetto si è svolto a Roma, presso l’Auditorium dell’Ara Pacis, il Convegno dal titolo “L’innovazione sostenibile: il farmaco e le sfide per il futuro del nostro Sistema sanitario nazionale” promosso da Edra. Un convegno ricchissimo di spunti e approfondimenti che ha preso le mosse dall’ultimo libro – edito da Edra – del direttore dell’Aifa Luca Pani (prefazione del ministro Beatrice Lorenzin), dedicato, appunto, all’innovazione sostenibile, in un’epoca di cambiamenti rapidissimi e, per molti aspetti, rivoluzionari: per la ricerca, per i sistemi sanitari, per la stessa idea di farmaco e, soprattutto, per i pazienti. Protagonisti dell’appuntamento lo stesso Pani, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri, Paola Kruger dell’Accademia europea dei pazienti, e il presidente della Fofi Andrea Mandelli. È toccato al Ministro, in apertura dei lavori, tracciare la fisionomia di un Sistema sanitario capace di reggere l’urto dell’arrivo dei nuovi farmaci e delle nuove terapie: «Oggi la gestione dei farmaci innovativi in Italia da emergenziale deve divenire strutturale. Queste terapie, insieme alla guarigione dei pazienti, consentono grandi risparmi sulle terapie future e vanno, dunque, considerate investimenti. Non sono spese di cassa ma in conto capitale, da ascrivere a uno specifico capitolo differente dal Fondo sanitario nazionale». Concetti condivisi dal presidente di Farmindustria Scaccabarozzi («Non c’è sostenibilità, né innovazione senza crescita economica») e rilanciati da Luca Pani che richiama tutti al principio di realtà: «Non illudiamoci che gli assicuratori privati possano pagare tutte le nuove terapie in arrivo. Magari, con premi altissimi, potranno coprirne alcune, ma mai tutte. L’unico negoziatore-pagatore che può farlo è il Servizio sanitario nazionale, che rappresenta un modello unico per innovare. Ma la logica dei tetti e anche quella più recente del cost e risk-sharing sono superate, occorrono forme innovative di payment by result dove ogni nuovo dato della ricerca sia utilizzabile nel negoziato con l’industria». Mentre Remuzzi ricorda lo sconcerto espresso dalla Commissione finanze Usa al produttore dei nuovi antiepatite di fronte ai costi per le compagnie assicurative Usa, Mandelli richiama il concetto di aderenza alla terapia «che non si limita a essere un’applicazione o un sistema che permette solo di essere certi che il paziente assuma la terapia, ma struttura una vera e propria sinergia tra medico-paziente e farmacista per la presa in carico del malato nella sua complessità clinica. In questo senso la Fofi – precisa ancora Mandelli – è portatrice del lavoro sull’aderenza alla terapia che rappresenta un percorso importante perché validato scientificamente in collaborazione con la London School of Economics e l’Università del Kent». In chiusura di convegno l’annuncio di Pani dell’edizione inglese del volume Edra e un prossimo libro a quattro mani scritto con il presidente di Aifa Mario Melazzini dal titolo “Innovazione 4.0”.

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