Campagna vaccinale: al via le farmacie di Veneto e Lombardia

Campagna vaccinale: al via le farmacie di Veneto e Lombardia

La campagna vaccinale nel nostro Paese continua, nonostante il recente stop del vaccino Astrazeneca sotto il sessant’anni di età. Dal lato farmacie si comincia a inoculare in Veneto e in Lombardia, mentre l’Aifa pubblica il quinto Rapporto di Farmacovigilanza, con la maggior parte degli eventi avversi segnalati classificati come non gravi.

Vaccinazioni e farmacovigilanza

Nel Veneto si è concretizzata la partecipazione delle farmacie alla campagna vaccinale anti-Covid: a partire da questa settimana è possibile inoculare i vaccini in farmacia. «Sarà utilizzato il vaccino Moderna per tutti i cittadini», ha precisato FarmacieUnite, e in più ci sarà «la possibilità per le farmacie di organizzare un open day con il vaccino Janssen per gli over 60 che non si sono ancora vaccinati». Le farmacie avranno a disposizione un minimo di trenta vaccini Moderna alla settimana.

In Lombardia si parte il 15 giugno: i farmacisti saranno coordinati con l’Agenzia regionale per l’emergenza urgenza, che ha il polso del 118 e dei servizi di emergenza e che intende riproporre per i vaccini in farmacia lo stesso collegamento oggi esistente con gli hub ospedalieri per contenere numero e gravità di eventuali effetti avversi. Ogni farmacista vaccinatore sarà chiamato a scaricare l’app WhereAreu che consentirà di localizzare il paziente e far partire il mezzo di soccorso attrezzato, previo contatto telefonico e video con la farmacia dove s’è verificata la reazione.

Per quanto riguarda gli eventi avversi, l’Aifa ha pubblicato il quinto Rapporto di Farmacovigilanza sui Vaccini COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Al 26 maggio 2021 sono state inserite 204 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal vaccino e dalla dose somministrata.

Le segnalazioni riguardano soprattutto il vaccino Pfizer/BioNTech Comirnaty, che è stato il più utilizzato e solo in minor misura il vaccino Vaxzevria (AstraZeneca) e il vaccino Moderna, mentre il vaccino Janssen risulta ancora poco utilizzato. L’andamento delle segnalazioni e i relativi tassi sono sostanzialmente in calo rispetto al precedente Rapporto, evidenziando così un effetto plateau, attribuibile verosimilmente alle maggiori conoscenze sul vaccino e alla diversa popolazione target della campagna vaccinale, oltre che a un ritardo di inserimento delle segnalazioni.

La maggior parte degli eventi avversi segnalati sono classificati come non gravi, che si risolvono completamente, e solo in minor misura sono riportati come gravi, con esito in risoluzione completa o miglioramento nella maggior parte dei casi.

Per tutti i vaccini gli eventi avversi più segnalati sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea Per tutti i vaccini le reazioni avverse gravi correlabili più frequentemente segnalate configurano un quadro di sindrome simil ­influenzale con sintomatologia intensa, più frequente dopo la seconda dose dei vaccini a mRNA e dopo la prima dose di Vaxzevria. Il tasso di segnalazione delle trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria è in linea con quanto osservato a livello europeo (1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate, nessun caso dopo seconda dose), prevalentemente in persone con meno di sessant’anni.

Per quanto riguarda la fonte, il maggior numero di segnalazioni proviene dai medici (47% – 42%). Sostanzialmente, le segnalazioni da medico e farmacista si mantengono costanti, mentre è in diminuzione il numero di quelle provenienti da altro operatore sanitario (dal 25% al 17%) e in aumento quello da paziente che cresce, dal 6% al 20%.

In questo contesto il Cts ha deciso di riservare il vaccino Astrazeneca a pazienti con età uguale o superiore a sessant’anni, in caso di somministrazione della prima dose, lasciando per la fascia al di sotto dei 60 la raccomandazione per vaccini mRna (Pfizer e Moderna). Riguardo alla seconda dose, nei soggetti che abbiano già ricevuto il vaccino Vaxzevria l’indicazione – considerata la disponibilità di piattaforme vaccinali alternative e ispirandosi a principio di massima cautela – è di impiegare lo stesso vaccino per i soggetti oltre i 60 anni, mentre per coloro che ne hanno meno, pur in assenza di segnali di allerta rispetto a patologie trombotiche, di considerare l’ipotesi di una vaccinazione eterologa, cioè con una diversa tipologia di vaccino.

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