Cantabria Labs Difa Cooper, premiata tra le migliori aziende in cui lavorare in Italia, è pronta per la fase 2

Cantabria Labs Difa Cooper, premiata tra le migliori aziende in cui lavorare in Italia, è pronta per la fase 2

Quali sono i migliori ambienti lavorativi in Italia nel 2020? Il premio Great Place to work ogni anno premia le migliori aziende in base a una serie di parametri. Tra cui welfare aziendale in termini di flessibilità di orario, concessione dello smart working (l’indagine è stata realizzata prima dello scoppio della pandemia), coinvolgimento dei collaboratori nelle decisioni. La graduatoria è frutto di un’indagine che ha coinvolto 58 mila dipendenti di oltre 150 aziende che hanno risposto a un questionario anonimo sul clima aziendale: domande sulla fiducia nei manager, valutazioni sul proprio ufficio, giudizi su come l’azienda attira o trattiene i talenti oppure viene incontro a chi è in difficoltà.

Sul podio nel 2020 tra le big (aziende con oltre 500 dipendenti) c’è la filiale italiana di American Express, seguita da Hilton, e dalla farmaceutica Msd Italia. In cima alla classifica delle aziende da 150 a 499 collaboratori troviamo Cisco Systems Italia (telecomunicazioni), Zeta service (servizi professionali), Mars (alimentari), mentre tra le aziende da 50 a 150 nei primi tre posti si piazzano Bending Spoons (information  technology) e due farmaceutiche BiogenItalia  e Zoetis Italia.

Nella classifica troviamo anche quest’anno un’altra farmaceutica, Difa Cooper, un’azienda a cui avevamo già dedicato spazio nella nostra rubrica PharmaRetail proprio per la suo impegno nella direzione della sostenibilità, intesa come attenzione all’ambiente ma anche alle persone.

Stefano Fatelli, AD dell’azienda, commenta così l’ingresso in classifica: «Questo risultato è la conferma che le aziende sono la somma delle qualità delle persone. Il team Cantabria Labs Difa Cooper è composto da persone che esprimono passione per il progetto imprenditoriale, che si divertono coinvolgendo mente e cuore in quello che fanno, guidati da valori di umanità e rispetto, per crescere insieme con orgoglio».

Una cultura organizzativa orientata alla persona che ha consentito all’azienda di reagire con prontezza all’emergenza come spiega a PharmaRetail Stefano Fatelli: «la domanda che noi responsabili ci siamo posti fin da subito è: come vorremmo essere trattati in questa situazione? Quali sono i sentimenti che stiamo attraversando? I vincoli che abbiamo? Paura, incertezza, responsabilità, necessità di conciliare le esigenze della famiglia. Quali sono le misure più rassicuranti per i nostri collaboratori e che possono garantire un equilibrio tra la vita lavorativa e quella famigliare, con le scuole chiuse? Tra l’altro abbiamo un 70% di dipendenti donne e sappiamo che ancora gran parte della cura famigliare ricade sulle loro spalle».

Sara Berlese, responsabile delle risorse umane dell’azienda, precisa: «abbiamo adottato immediatamente un principio di cautela e quindi da subito avviato lo smart working.  In questo modo i collaboratori dell’azienda si sono sentiti rassicurati e hanno potuto gestire le esigenze famigliari. È stato relativamente semplice perché eravamo preparati: già da due anni, diversi giorni al mese, i dipendenti potevano lavorare in smart working, eravamo pronti sia da un punto di vista di processi che di dotazioni tecnologiche».

Ma le pratiche adottate nell’emergenza porteranno a cambiamenti nell’organizzazione del lavoro anche nel lungo periodo: «ci portiamo a casa nuove competenze sviluppate in una situazione emergenziale che, nonostante tutte le difficoltà, è stata una palestra eccezionale per l’ottimizzazione dell’organizzazione aziendale. È vero che eravamo già pronti, ma abbiamo imparato moltissime cose» chiarisce Fatelli: «Per esempio quando organizzavamo le riunioni con la forza vendita spostavamo circa cento persone, complicando la vita a tutti, sostenendo costi e impattando sull’ambiente. In questi mesi siamo stati costretti a organizzare l’incontro in maniera digitale ma la reazione delle persone è stata eccezionale, siamo soddisfattissimi. Indietro non si torna e, se avevamo applicato con timidezza alcuni strumenti, proseguiamo in questa strada ancora più convinti, pensando al benessere delle persone e dell’ambiente, immaginiamo solo a quanto carburante è stato risparmiato in questi mesi. Tra l’altro abbiamo riscontrato che lo smart working è valutato molto positivamente non solo dalle donne ma anche dai millenial, quindi è una proposta molto attrattiva per portare in azienda giovani talenti».

E la fase 2 come funzionerà? Spiega Sara Berlese «con molta calma, per ora ci siamo organizzati con una sola giornata di presenza alla settimana in azienda, che può essere utile per ritrovare lo stimolo e la possibilità di confronto». Conclude Fatelli: «si tratta di una soluzione che nasce dal fatto che le persone non solo hanno esigenze famigliari, ma anche ancora comprensibili timori. Rientriamo riabituandoci serenamente e lentamente, il ciclo di lentezza economica non ci apparteneva più ma io sono certo che in futuro cambieranno i nostri ritmi ed è giusto così».

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