Tutti in corsa per il vaccino: quanto siamo vicini?

Tutti in corsa per il vaccino: quanto siamo vicini?

Mentre si sperimentano nuove cure e l’Aifa (l’agenzia del farmaco) ha autorizzato pochi giorni fa la sperimentazione clinica di alcuni medicinali, Emapalumab Anakinra, Sarilumab, e Tocilizumab per trattare la malattia Covid-19, la corsa per il vaccino continua.

Sono oltre 50 i laboratori nel mondo impegnati nella ricerca: Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell’Istituto Mario Negri, ha dichiarato pochi giorni fa che entro la fine dell’anno è pensabile l’approvazione di un vaccino. Una voce autorevole nel panorama polifonico di queste settimane che ci lascia intravedere la speranza di tornare a una vita normale e la concreta possibilità di un abbattimento delle normali tempistiche della sperimentazione dei vaccini, che di solito richiedono anni.

In Italia, sono partiti i primi test preclinici del vaccino nei laboratori dell’azienda biotech Takis. L’Ad dell’azienda, Luigi Aurisicchio, ha dichiarato all’Ansa: «I risultati sono attesi a metà maggio e la sperimentazione sull’uomo potrebbe partire in autunno». I cinque vaccini in fase di test sono stati ottenuti a partire dai frammenti del materiale genetico del virus che corrispondono ad altrettante regioni della proteina S, o Spike (punta, artiglio), che il coronavirus SarsCoV2 utilizza per agganciarsi alle cellule del sistema respiratorio umano per penetrare al loro interno.

Un’altra azienda biotech, la ReiThera, ha messo a punto un vaccino sperimentale e il via libera per i primi test sugli animali è atteso in questo mese. L’azienda, che ha lavorato in passato a vaccini contro il virus respiratorio sinciziale ed Ebola, utilizza per il vaccino un virus animale, un adenovirus degli scimpanzé che viene reso inoffensivo e trasformato in una navetta che trasporta al suo interno la sequenza genetica che corrisponde alla proteina spike,

E intanto all’estero il Migal Galilee Research Institute che già i primi di marzo aveva annunciato di essere sulla buona strada per arrivare a un vaccino, il 30 marzo ha lanciato un appello alle autorità:  «Abbiamo bisogno di leader coraggiosi che ci consentano di iniziare la sperimentazione umana il più velocemente possibile, noi stiamo cercando di accelerare per arrivare a una cura, ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni in questo processo». Il laboratorio israeliano sta lavorando da 4 anni alla vaccinazione orale per i Coronavirus (dai comuni virus respiratori fino alla Sars) sui polli.

Ed è del 31 marzo il comunicato stampa di Johnson & Johnson che annuncia che l’azienda inizierà i test clinici sull’uomo del suo vaccino sperimentale per il Covid-19 entro il 20 settembre, e che i risultati clinici sulla sicurezza e l’efficacia saranno pronti entro la fine del 2020. Un’accelerazione che potrebbe portare il vaccino a essere disponibile all’inizio del 2021.

Un percorso portato avanti in collaborazione con BARDA (l’ente Biomedical Advanced Research and Development Authority) e un impegno comune a investire insieme più di un miliardo di dollari per co-finanziare la ricerca, lo sviluppo e i test clinici del nuovo vaccino

Johnson & Johnson ha iniziato nel gennaio 2020 la ricerca di potenziali candidati vaccini, non appena la sequenza del nuovo coronavirus è divenuta disponibile e ha identificato il proprio miglior candidato vaccino contro COVID-19 (con due alternative) che procederà nei primi passi della produzione. Con una tempistica accelerata, il gruppo mira ad avviare gli studi clinici di FASE 1 sull’uomo a settembre 2020, prevedendo di avere disponibili i dati clinici sulla sua sicurezza ed efficacia entro fine anno. Questo potrebbe rendere il vaccino disponibile per l’emergenza all’inizio del 2021. Normalmente il tipico processo di sviluppo di un vaccino richiede un certo numero di fasi di ricerca, che vanno da 5 a 7 anni, prima che un candidato sia anche solo considerato per l’approvazione.

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