Differenze di accesso alle cure per il diabete: un’indagine Sid

Differenze di accesso alle cure per il diabete: un’indagine Sid

In Italia esiste una notevole variabilità interregionale nella gestione della malattia diabetica e i farmacisti sono i primi a scontrarsi con tali differenze.

Per mettere in luce, analizzare e misurare in modo sistematico tali differenze la Società italiana di diabetologia ha condotto un’indagine, elaborata dal comitato socio-sanitario della Sid e realizzata tramite i presidenti delle sezioni regionali della società scientifica, con l’idea che da questi dati possano poi essere individuati interventi atti a ridurre le disparità tra le diverse Regioni italiane.

Forte disomogeneità tra le Regioni

Sono stati esaminati i criteri per modalità di accesso, la distribuzione e rimborsabilità di farmaci e presidi sanitari per la cura del diabete, la distribuzione ed accessibilità di centri per la cura del piede diabetico sul territorio, la legislazione regionale sul diabete. Ecco una sintesi dei risultati.

Per quanto riguardo i farmaci antidiabete, si conferma che esiste in Italia una grande variabilità tra le varie Regioni e talora all’interno della stessa Regione nelle modalità con cui i farmaci vengono prescritti e dispensati. Tale variabilità è particolarmente spiccata per i farmaci appartenenti alle classi più innovative (inibitori di DPP-IV, agonisti recettoriali del GLP-1, inibitori di SGLT2 o nuovi analoghi dell’insulina, molecole soggette a piano terapeutico secondo normativa Aifa). Non tutti i farmaci sono rimborsati in tutte le Regioni: alcune, in particolare, Emilia-Romagna e Veneto hanno promulgato delibere di indirizzo volte a porre limitazioni quantitative all’uso dei farmaci innovativi in aggiunta ai criteri clinici di restrizione della rimborsabilità già definiti da Aifa. Inoltre, come è ben noto ai farmacisti, in Emilia-Romagna la distribuzione dei farmaci appartenenti alle classi più innovative viene effettuata esclusivamente dalle farmacie degli ospedali o delle Asp, e non dalle farmacie territoriali.

Per quanto riguarda i presidi sanitari, l’indagine evidenzia una significativa differenza territoriale nella rimborsabilità, nelle modalità di accesso e di distribuzione  e nel costo dei dispositivi per il controllo della malattia diabetica. Per esempio, per pazienti con DMT1, il limite massimo di strisce erogabili a totale carico della Regione va da 25 strisce/mese in Sicilia a 250 strisce/mese in Abruzzo-Molise e Toscana; mentre per pazienti con DMT2 in terapia multi-iniettiva, il limite massimo di strisce erogabili a totale carico della regione va da un minimo di 25 strisce/mese in  Sicilia a 150 strisce/mese nelle regioni Abruzzo-Molise, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto-Trentino Alto Adige e Umbria. Per pazienti con diabete mellito di tipo 2 (DMT2) in terapia orale con farmaci non secretagoghi Marche, Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia non prevedono la erogabilità a carico della Regione di strisce reattive per il controllo della glicemia. Le Regioni che hanno utilizzato per suddetti presidi l’assegnazione mediante gara e la distribuzione diretta (per esempio Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte) hanno potuto ottenere una riduzione dei costi a fronte di una limitazione degli strumenti utilizzabili. Le Regioni che hanno condotto una trattativa con produttori e distributori hanno potuto mantenere un’offerta più ampia, ma a un costo in alcuni casi superiore (per esempio Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Calabria, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto, Trentino Alto Adige).

I microinfusori insulinici sono rimborsati dal Ssn in tutte le Regioni italiane nel caso del diabete tipo 1 e della gravidanza in diabete. In tredici Regioni esistono indicazioni alla rimborsabilità anche nel diabete tipo 2 (DMT2), ma solo in casi particolari; in  Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna e Umbria non è prevista la rimborsabilità nel DMT2.

Allo stato attuale, nonostante la sindrome del piede diabetico sia una complicanza che colpisce fino al 15 % della popolazione diabetica, la distribuzione di ambulatori podologici nei Centri di diabetologia (Cd) italiani è tuttora a macchia di leopardo: in Friuli-Venezia Giulia e Liguria il 100 % dei Cd effettua ambulatorio podologico; nelle regioni Marche, Piemonte, Valle D’Aosta, Toscana e Umbria il 75 % del totale dei Cd; in Emilia-Romagna il 50 %; le restanti Regioni infine hanno un ambulatorio podologico dedicato solo nel 25 % dei Cd.

Infine, anche sotto il profilo degli aspetti legislativi esistono profonde differenze tra le singole Regioni. Questo è vero relativamente a: Leggi, Delibere di giunta regionale (Dgr), Delibere consiglio regionale (Dcr) e Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta) concernenti la  patologia diabetica.

«Emergono dall’analisi fatta dalla Sid, differenze organizzative tra le varie Regioni che possono avere un impatto importante sulla spesa e sulla sua razionalizzazione» spiega Agostino Consoli, presidente eletto della Società italiana di diabetologia. «Anche su questo occorre ragionare: prendiamo per esempio il problema della erogazione delle strisce reattive per l’automonitoraggio della glicemia. Sono sicuro di interpretare il pensiero della Sid nell’affermare che il miglior compromesso deve essere ricercato tra l’ottenimento delle forniture al prezzo più basso possibile e la necessità di dotare le persone con diabete di presidi della massima affidabilità, mantenendo al tempo stesso il diritto alla scelta degli strumenti più adeguati per la singola persona».

 

Tabella

Differenze di costo di strisce reattive, pungidito e aghi da penna di insulina:

  • Costo delle strisce (voce più costosa di questo settore):

il più basso 0,20 euro/striscia in Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte;

il più alto 0,59 euro/striscia nel Lazio e 0,51 in Campania.

  • Costo delle lancette pungidito:

il più basso 0,028 euro/lancetta in Liguria e poco più Abruzzo, Emilia, Friuli-Venzia Giulia, Toscana;

il più alto 0,170 euro/lancetta in Piemonte.

  • Costo degli aghi:

il più basso 0,040 in Liguria, poi 0,075 in Abruzzo e Toscana;

il più alto 0,165 nel Lazio e 0,156 in Piemonte.

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