Farmacisti e vaccinazioni anti Covid: un coinvolgimento da pianificare tempestivamente

Farmacisti e vaccinazioni anti Covid: un coinvolgimento da pianificare tempestivamente

La campagna vaccinale contro il Covid-19 è in atto in tutte le Regioni. Il conteggio delle dosi somministrate è a disposizione di chi vuole seguire passo passo la situazione in Italia, ora si delinea sempre più chiaramente la necessità di operare con la massima rapidità: una questione che solleva il tema non solo della fornitura di vaccini (in questi giorni ci sono continui ritardi nella consegna del vaccino Pfizer), ma anche la moltiplicazione dei siti vaccinali. Per questo da più parti si chiede che anche la farmacia di prossimità abbia un ruolo, per la diffusione capillare sul territorio e per le competenze del farmacista.

Ampliare la rete di sedi e di operatori vaccinatori

«Se ci si propone di vaccinare entro l’estate la popolazione italiana, o almeno una quota largamente maggioritaria, occorre reperire le dosi necessarie e ampliare al massimo la rete dei vaccinatori, e già nello scorso luglio avevamo dato la nostra totale disponibilità a contribuire al raggiungimento di questo obiettivo», ha affermato Andrea Mandelli, presidente della Fofi. «Come avviene in Gran Bretagna, per esempio, dove già i farmacisti stanno vaccinando i cittadini». Il coinvolgimento della farmacia può però avvenire solo «all’arrivo dei vaccini, come quello di Astra Zeneca, che non richiedono la conservazione a -70° o le operazioni di diluizione», sottolinea Mandelli. «Ma è oggi che si deve programmare nel dettaglio l’intervento dei farmacisti, individuare il percorso di formazione a questa prestazione, che potrebbe essere lo stesso già previsto per i medici, e fissare gli obiettivi».

Quanto all’esecuzione, il presidente della Federazione ha ricordato che «la Legge di Bilancio dispone che anche il farmacista, sotto la supervisione del medico possa inoculare il vaccino».  Dal panorama internazionale emerge chiaramente che la chiave è la prossimità: il governo britannico ha fissato come obiettivo che tutti i cittadini dovranno poter contare su un sito vaccinale nel raggio di pochi chilometri e sottolineato che questo comporta necessariamente il coinvolgimento dei farmacisti.  In questo quadro «è fondamentale che tutti farmacisti di comunità vengano vaccinati a loro volta per poter operare nella massima sicurezza possibile», conclude Mandelli. «Il rischio, gravissimo, è non essere già pronti a impiegare subito i vaccini nel momento in cui arriveranno. Per questo chiediamo che si metta mano al più presto a un piano per il coinvolgimento dei farmacisti e delle farmacie nella campagna vaccinale».

Sulla stessa linea il parere di Luigi Icardi, coordinatore della Commissione Salute delle Regioni e assessore alla Sanità del Piemonte, che dalla sua pagina Facebook chiede «al ministro di coinvolgere medici di famiglia e farmacisti». L’assessore ha «inviato al ministro della Salute Roberto Speranza due lettere sulle modalità di coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei farmacisti nella campagna di vaccinazione contro il covid-19», si legge nel post, «premessi la numerosità, la diffusione capillare sul territorio e il rapporto di fiducia con gli assistiti che rendono entrambe le categorie soggetti capaci di favorire una più ampia partecipazione dei cittadini al programma vaccinale, specie delle persone in età avanzata, in veste di coordinatore nazionale della commissione salute, chiedo al Ministero di prevedere un finanziamento ad hoc, con risorse aggiuntive rispetto a quelle già previste dal Fondo della Sanità nazionale, in grado di assicurare, insieme alle attività effettuate dalle aziende sanitarie e dal personale reclutato dalla Struttura commissariale, un’adeguata copertura della popolazione, attraverso il diretto coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei farmacisti, come peraltro già previsto da diversi accordi stipulati a livello regionale».

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