Vaccinazione antinfluenzale in farmacia, la Regione Lazio la rende possibile

Vaccinazione antinfluenzale in farmacia, la Regione Lazio la rende possibile

I cittadini della Regione Lazio che non hanno diritto al vaccino antinfluenzale a carico del Ssn, potranno trovarlo nelle farmacie. Sempre in farmacia potranno ottenerne la somministrazione, che verrà effettuata presumibilmente da un infermiere. Dopo l’ordinanza del presidente della Regione Lazio, che prevede questa possibilità, si aspetta infatti, il documento tecnico che spiegherà nel dettaglio le modalità di arrivo dei vaccini in farmacia e di somministrazione.

Infermieri, collaborazione prevista dalla farmacia dei servizi

Il primo punto centrale dell’ordinanza è che il provvedimento della Regione Lazio aumenta da 36.000 a 100.000, cioè dall’1,5% al 4% del totale dei vaccini acquisiti dalla Regione, le dosi messe a disposizione dei cittadini attraverso le farmacie.

«Si tratta di una decisione importante perché consente di tutelare la popolazione attiva che studia e lavora e che è più esposta al rischio di contagio del virus influenzale» ha affermato Marco Cossolo presidente di Federfarma commentando l’ordinanza. «In questo momento di emergenza legato all’aumento di contagi da Covid è fondamentale ridurre la possibilità di sovrapposizione dei sintomi tra influenza e Covid per evitare il congestionamento delle strutture sanitarie» ha proseguito Cossolo e ha aggiunto, «è altrettanto positivo il fatto che sia prevista la possibilità di effettuare il vaccino direttamente in farmacia con modalità che saranno definite d’intesa con l’autorità regionale nel pieno rispetto delle norme di sicurezza» e conclude «Auspichiamo che l’esempio della Regione Lazio sia al più presto seguito dalle altre Regioni, sia per quanto riguarda l’aumento delle dosi destinate alla vaccinazione della popolazione attiva, sia per quanto riguarda la possibilità di somministrare il vaccino in farmacia»

Le modalità di attuazione e i requisiti della farmacia devono essere ancora stabilite dalla Direzione salute e integrazione socio-sanitaria in raccordo con l’Unità di crisi regionale, ma secondo Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani «con la sua decisione di consentire alle farmacie non soltanto di distribuire i vaccini antinfluenzali in numero adeguato alle necessità, ma anche di poter organizzare l’immunizzazione all’interno dei presidi, la Regione Lazio fa compiere all’assistenza territoriale un passo importantissimo, che adegua gli standard regionali a quelli dei paesi leader dell’Unione europea» e ha aggiunto «Alla Regione Lazio va il plauso dei farmacisti italiani per aver adottato questa soluzione, e un particolare ringraziamento all’Assessore alla sanità Alessio D’Amato per l’impegno profuso nel raggiungimento di questo obiettivo. Ci appelliamo ora a tutti presidenti delle Regioni perché mettano a disposizione della rete delle farmacie i vaccini antinfluenzali».

Secondo Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, questo provvedimento crea un paradigma che allinea ai modelli più avanzati dell’Unione europea e che «soprattutto concretizza il potenziale sanitario delle farmacie italiane sfruttando quel loro mix di professionalità e prossimità territoriale alla vita del cittadino». E, ha continuato Gizzi «la strada è aperta e ora va percorsa. É certamente opportuno iniziare questo progetto con 400 farmacie pubbliche e private in tutto il territorio laziale, ma crediamo sia importante estendere quanto prima la partecipazione a tutti i presidi che dispongono di adeguate condizioni. Le farmacie comunali sono pronte».

Già positivo il parere degli infermieri sulla possibilità di effettuare vaccinazioni in farmacia, poiché la collaborazione farmacia-infermiere è già prevista dalla farmacia dei servizi. «Bene la somministrazione dei vaccini in farmacia» scrive Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche «e per questo gli infermieri sono pronti a collaborare con i farmacisti in tutto il Paese. Già oggi a somministrare praticamente i vaccini ci pensano gli infermieri, soprattutto nei centri vaccinali pubblici. Quello della partnership infermieri-farmacisti nella vaccinazione dovrebbe diventare, subito, un modello organizzativo nazionale. Del resto, questa collaborazione è già prevista sulla carta dalla farmacia dei servizi». Dunque secondo la Fnopi esiste già la possibilità di semplificare la vaccinazione eseguendola direttamente nelle farmacie, applicando una norma esistente.

In disaccordo, invece la Federazione degli Ordini dei Medici (FNOMCeO): «Chiediamo, come Ente pubblico sussidiario dello Stato che rappresenta la professione medica a tutela della salute dei cittadini, di essere ascoltati, prima di rendere operativa un’ordinanza che riteniamo illegittima» ha commentato il presidente Filippo Anelli.

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