Nel New Normal per i 50enni e over la salute più importante della sicurezza finanziaria

Nel New Normal per i 50enni e over la salute più importante della sicurezza finanziaria

Tra i cambiamenti suscitati dall’impatto della pandemia, c’è un chiaro cambiamento della percezione del valore della propria salute. Sia i più giovani sia gli anziani si sono dovuti confrontare con un rischio sanitario e con scelte riguardanti la propria salute, a partire dall’adesione alla campagna vaccinale. Recentemente i risultati di un nuovo sondaggio condotto da Kantar per conto di Gsk hanno fornito informazioni su come in un mondo post-pandemia le persone di età pari o superiore a cinquant’anni apprezzano la buona salute e il miglioramento della qualità della vita più della sicurezza finanziaria e sul ruolo che la vaccinazione svolge per la salute e il benessere di questa fascia di popolazione, che se da una parte si ritiene ancora giovane, dall’altra si trova a fare i conti con un fisiologico invecchiamento del sistema immunitario.

 L’attenzione all’igiene e alla salute resterà nel tempo

Sono stati intervistati 16.000 adulti di età pari o superiore a cinquant’anni in otto Paesi (Usa, Italia, Spagna, Germania, Francia, Brasile, Canada e Giappone) sul loro atteggiamento nei confronti della salute e dell’invecchiamento. Lo studio ha mostrato come il Covid-19 abbia comportato una migliore predisposizione nei confronti della vaccinazione. Se prima della pandemia il 44% si è tenuto aggiornato sui vaccini ritenendoli importanti, il dato è aumentato al 65% subito dopo l’emergenza. In questa fascia di età, mantenere uno stato di buona salute nei successivi dieci anni è la priorità per assicurare una buona qualità di vita (94%), seguito dalla sicurezza finanziaria (46%) o avere una vita familiare attiva (44%).

Per quanto riguarda il nostro Paese, i risultati hanno rivelato come la percentuale di adulti in Italia che ritiene molto importante la salute personale, il benessere e l’indipendenza sia aumentata in seguito alla pandemia di Covid-19. Prima il 74% degli intervistati descriveva questi elementi come importanti, un dato salito all’84% successivamente alla pandemia. L’indagine ha anche rivelato che le donne (81%). hanno maggiori probabilità di considerare la salute e il benessere come molto importanti nel mondo post-pandemia. Una forte maggioranza (più del 70%) di tutti gli intervistati afferma che continuerà a indossare una mascherina in pubblico e manterrà le pratiche di distanziamento sociale in caso di malattia. In Italia il 79% degli intervistati pensa che l’uso delle mascherine in pubblico e le misure di distanziamento sociale debbano rimanere. E ancora, il 97 % continuerà a lavarsi le mani, il 93% a prestare attenzione alla propria salute fisica e l’86% a pulire le superfici di casa con disinfettanti.

Il 94% degli ultracinquantenni italiani concorda poi in modo schiacciante sul fatto che un buon stato di salute sia essenziale per migliorare la qualità della vita, più della sicurezza finanziaria (45%) o di una vita familiare attiva (44%). L’85% degli intervistati in Italia ha dichiarato che l’autoprotezione (o proteggere se stessi) è il motivo principale per cui effettuare le vaccinazioni. Il più grande ostacolo alla diffusione del vaccino è stata la mancanza di informazioni. Le persone intervistate in Italia hanno richiesto di avere informazioni migliori e più chiare su quali vaccini siano necessari e perché siano raccomandati

Questi dati forniscono uno spunto per capire come aumentare i tassi di vaccinazione in una fascia di popolazione che si ritiene ancora giovane, ma che in realtà già possiede fattori di rischio per le forme più gravi di Covid-19. Secondo le conclusioni della ricerca il modo migliore per raggiungere questo target della popolazione e incoraggiare la promozione di una buona salute, anche attraverso la vaccinazione, è concentrarsi sul sistema immunitario, non sul fattore età. Questo perché quasi il 50% degli adulti dei Paesi convolti afferma di sentirsi più giovane della propria età cronologica. E più le persone invecchiano, più la definizione di anziano” si sposta in avanti come età.  Queste stesse persone alla domanda su quale sia l’età in cui ritengono che il loro sistema immunitario si indebolisca, circa il 50% riconosce correttamente come questo avvenga generalmente dai cinquanta-sessanta in poi. Tuttavia, solo il 20% degli intervistati ritiene che la vecchiaia inizi tra i 50 e i 60 anni. Ciò indica che le persone sono consapevoli della crescente vulnerabilità del sistema immunitario a determinate età ma possono non riconoscersi come persone anziane.

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