Federsalus: filiera integratori in crescita

Federsalus: filiera integratori in crescita

È stata presentata, a Milano, la terza indagine curata dal Centro Studi Federsalus su “La filiera italiana dell’integratore alimentare”, svolta su 85 delle 185 aziende aderenti a Federsalus, associazione che copre circa la metà del comparto. Ne fanno parte, per il 73 per cento, aziende distributrici, per il 16 per cento aziende che trasformano le materie prime in prodotti finiti e per l’11 aziende produttrici di materie prime.


I contenuti

Gli integratori alimentari fanno ormai parte delle abitudini “salutari” degli italiani: secondo le periodiche rilevazioni di Gsk, uno su due ne fa uso almeno una volta all’anno. E il mercato nazionale si conferma leader di vendite in Europa, precedendo Germania, Russia, Regno Unito e Francia. Un mercato complessivo che sfiora i tre miliardi di euro, di cui la farmacia detiene una quota del 92 per cento (2,5 miliardi di euro).

Il presidente di Federsalus Andrea Costa (nella foto) ricorda che, in base all’indagine, «il principale driver per promuovere gli integratori è l’informazione medico-scientifica, sulla quale investe il 66 per cento delle aziende interpellate, seguito dagli investimenti in pubblicità diretta ai consumatori. L’informazione rivolta a farmacisti e medici è fondamentale, per accrescere in questi professionisti la cultura su questi prodotti, tanto più in tempi nei quali si trovano a confrontarsi con pazienti che, abituati ad approvvigionarsi di notizie online, arrivano in farmacia e negli studi medici già “preparati”». La vocazione all’export è ancora ridotta (si aggira attorno al 20 per cento) ma, secondo il sondaggio, destinata a crescere: tre quarti delle aziende interpellate sostiene di avere aumentato la quota di esportazioni nel corso del 2017. Alto il gradimento espresso dalle associate per il pacchetto di incentivi contenuti nel pacchetto governativo Industria 4.0, di cui ha usufruito il 65 per cento del campione. Quote rosa? Tra le associate di Federsalus non ce n’è bisogno, visto che – come fa notare la vice presidente Cristina Tosi – il 55 per cento degli addetti è di sesso femminile.


Le criticità

Le criticità non mancano e sono dovute, in gran parte, alla mancanza di uniformità normativa nei Paesi Ue. Sul piano nazionale, se è vero che il ruolo degli integratori alimentari nel contribuire a fare prevenzione è sempre più riconosciuto, è altrettanto vero che si tratta di prodotti a totale carico del cittadino. Tra gli obiettivi di Federsalus, sottolinea Costa, quello di “convincere” le istituzioni a stabilire una Iva fissa al 10 per cento per tutte le tipologie di referenze. Quanto al rimborso Ssn, è ancora prematuro parlarne, fermo restando che esistono già alimenti a fini medici speciali a carico della sanità pubblica.

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