Il miglioramento dell’assistenza territoriale passa attraverso la farmacia dei servizi: l’intervista a Chiara Sgarbossa

Il miglioramento dell’assistenza territoriale passa attraverso la farmacia dei servizi: l’intervista a Chiara Sgarbossa

Il 2021 sarà un anno decisivo per il futuro del paese, pur nelle difficoltà che si presenteranno, sarà anche un anno di cambiamenti e di opportunità, una volta superata la fase più critica dell’emergenza.

Scorrendo il piano nazionale di ripresa e resilienza (#NEXTGENERATIONITALIA) una delle cosiddette missioni più importanti riguarda la sanità e nello specifico alcuni dei principali obiettivi riguardano l’assistenza di prossimità, la telemedicina e la digitalizzazione dell’assistenza sanitaria.

Già nel DL sostegni approvato pochi giorni fa si stabilisce che il vaccino si potrà somministrare anche nelle farmacie previa formazione specifica. Al fine di garantire un corretto tracciamento delle vaccinazioni effettuate sarà fondamentale una corretta e puntuale trasmissione dei dati in via telematica. All’interno di questo contesto la farmacia potrà avere un ruolo di primo piano per aiutare il paese a raggiungere questi importanti e sfidanti traguardi.

Massimiliano Berruti Head of Pharma&Health-tech Industry di Jakala, una Martech company che sviluppa soluzioni innovative di consulenza in ambito strategico, analitico, digitale e tecnologico per aiutare la filiera della salute nel processo di trasformazione, ne parla con Chiara Sgarbossa (nella foto), Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano.

 

Qual è il ruolo dell’Osservatorio Innovazione Digitale?  

L’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità è uno degli oltre 40 Osservatori Digital Innovation, all’interno del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano. È nato nel 2007 e nel corso degli anni si è posto l’obiettivo di analizzare e promuovere il ruolo delle tecnologie digitali a supporto del miglioramento e dell’innovazione del sistema sanitario. Vogliamo costituire un punto di riferimento permanente per i diversi attori e decision maker del settore Salute perché possano sfruttare il potenziale innovativo di queste tecnologie. La nostra Community si è allargata sempre più nel tempo attraverso collaborazioni con aziende sanitarie, Regioni e società in-house, associazioni di medici e di pazienti, associazioni di categoria, attori del mondo dell’offerta ICT, aziende farmaceutiche e assicurazioni. Uno degli obiettivi che ci siamo posti nel corso degli anni è stato quello di comprendere quale fosse il ruolo della farmacia nell’assistenza sanitaria sul territorio.

 

In Italia a che punto siamo in termini dei servizi erogati o erogabili in farmacia?

In Italia si sta cercando di dare alle farmacie una nuova veste. Già a fine 2019, grazie all’accordo in Conferenza Stato-Regioni sulle linee di indirizzo per la sperimentazione della “farmacia dei servizi”, si prevedeva di rendere disponibili in farmacia una serie di servizi che consentiranno di potenziare l’assistenza territoriale, in particolare per i pazienti cronici e più fragili.

La sperimentazione prevede l’attivazione di servizi per il monitoraggio dell’aderenza terapeutica relativamente ad alcune patologie croniche, servizi di Telemedicina e, infine, di assistenza per l’accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico. E i servizi che potrebbero essere attivati non si esauriscono in questa lista: in molte farmacie è già possibile, infatti, prenotare visite ed esami, pagare il ticket o effettuare test diagnostici.

Dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità svolta in collaborazione con Doxa Pharma su un campione di 1000 cittadini, rappresentativi della popolazione italiana, emerge che già prima dell’emergenza il 24% ha pagato visite e/o esami e ha ritirato i propri referti in farmacia, mentre il 21% ha prenotato una prestazione. Sono i cittadini con età compresa tra i 35 e i 44 anni quelli con il maggiore utilizzo e interesse futuro verso i servizi analizzati. Meno utilizzati, almeno prima dell’emergenza sanitaria, i servizi di telemedicina in farmacia, anche a fronte di un’offerta ancora limitata su questo ambito.

 

Che futuro intravede per la farmacia dei servizi?

Le farmacie – anche alla luce delle indicazioni nazionali per la Telemedicina dello scorso dicembre che forniscono regole e tariffe per questo tipo di prestazioni – potranno avere un ruolo fondamentale nel monitoraggio di pazienti cronici sul territorio. Nell’ambito della Tele-refertazione, ad esempio, rientra l’attività svolta dalle farmacie in merito all’effettuazione di ECG, holter cardiaci e pressori, spirometria, refertati a distanza da medici specialisti.

Inoltre, in questo particolare momento storico, la farmacia sta già giocando un ruolo fondamentale nell’alleggerire il carico di lavoro delle strutture sanitarie. In molte parti d’Italia i cittadini possono rivolgersi al farmacista per effettuare tamponi e test sierologici. Si tratta di attività previste Legge di Bilancio per il 2021 (L. 30 dicembre 2020, n. 178), per cui viene data la possibilità di eseguire anche test diagnostici che prevedono il prelievo di sangue capillare. È inoltre consentita, in via sperimentale, per l’anno 2021, la somministrazione di vaccini nelle farmacie sotto la supervisione di medici assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato. Questo sarà possibile attraverso la stipula di specifici accordi con le organizzazioni sindacali rappresentative delle farmacie e il relativo ordine professionale.

 

Dal vostro punto di osservazione, che utilità può generare la farmacia dei servizi nel miglioramento all’assistenza territoriale? 

Sembrano esserci i presupposti per dare alle farmacie un ruolo rilevante nell’assistenza territoriale, anche grazie alla loro capillarità e vicinanza al paziente. È proprio la vicinanza al paziente che consentirebbe a quest’ultimo, ad esempio, di risparmiare tempo per accedere a servizi sanitari che fino ad oggi erano erogati solo dalle strutture sanitarie.

L’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità ha rilevato, ad esempio, che per il ritiro dei documenti clinici (es. referti), la maggior parte dei cittadini si reca ancora di persona presso la struttura sanitaria e che il tempo medio per ritirare il referto è pari a 45 minuti. Tale tempo potrebbe essere ridotto se i cittadini ritirassero i referti in farmacia: il tempo medio stimato è pari a 20 minuti.  Se poi lo facessero attraverso i canali digitali, il tempo si ridurrebbe a 5 minuti.

Sappiamo, tuttavia, che alcune fasce della popolazione, soprattutto quelle più anziane, spesso non hanno le competenze per utilizzare i canali digitali e la farmacia di fiducia potrebbe diventare il luogo a cui i cittadini si affidano per accedere più velocemente e facilmente ai diversi servizi sanitari.

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