Imprese e consumatori, la fiducia va e viene

Imprese e consumatori, la fiducia va e viene

Cresce la fiducia dei consumatori italiani, anche se nel Paese permane una generale cautela e le incertezze del quadro economico rendono altalenanti gli umori del pubblico. E’ il quadro che caratterizza questa prima parte della stagione estiva a mettere assieme le fotografie scattate nelle settimane scorse da Nielsen e Istat. Per quanto concerne la prima, i dati sono quelli rilevati nel secondo trimestre dell’anno da Consumer confidence global survey: rispetto ai primi tre mesi, l’indice di fiducia dei consumatori italiani cresce di sei punti e raggiunge quota 51, un valore mai toccato negli ultimi due anni. Oltre all’Italia, fanno registrare un andamento positivo anche gli indici di Francia (60) e Regno Unito (90), che crescono rispettivamente di 1 e di 3 punti rispetto al primo trimestre.

Nonostante il segnale positivo, avvertono gli analisti di Nielsen, gli italiani restano prudenti e mantengono una forte consapevolezza della congiutura: il 95%, in particolare, ritiene che il Paese stia attraversando una fase di recessione (ma erano il 99% un anno fa), mentre il 56% è convinto che la crisi proseguirà (ma in Europa sono il 58%). Nonostante un miglioramento delle prospettive a medio termine, nell’immediato la maggiore preoccupazione rimane la stabilità del proprio lavoro (la segnala il 30% degli italiani), seguita dalla situazione economica del Paese (13%), lo stato di salute (8%) e i debiti (7%). In ogni caso, sembra che l’aiuto alle famiglie varato dal Governo con il bonus di 80 euro sia stato recepito positivamente dal pubblico, tanto che sale dal 14 al 20% il numero di italiani che mostra un sensibile aumento di fiducia per le proprie finanze personali.
Va detto peraltro che questa maggiore sicurezza non si traduce ancora in una più spiccata propensione al consumo; resta infatti stabile rispetto all’inizio del 2014 la quota di coloro che dichiarano di aver modificato le abitudini di spesa per poter risparmiare (il 74%, ma erano l’86% a fine 2012). Per il 41% dei consumatori, poi, mettere da parte qualche soldo rimane l’obiettivo principale quando si fanno acquisti (sei punti in più rispetto al primo trimestre).

Confermano luci e ombre del momento i dati Istat di luglio sulla fiducia degli italiani: l’indice rilevato dall’ente nazionale di statistica cala infatti dal 105,6 di giugno al 104,6 di luglio (2005=base 100). Il peggioramento, seppure lieve, riguarda tutte le componenti della rilevazione: l’indice economico scende da 116,3 a 114,6, quello riferito al quadro personale diminuisce da 102,2 a 101,2. Gli indici sul clima corrente e sul futuro calano da 104,5 a 104 e da 107,2 a 106,3 rispettivamente. Riguardo alla situazione economica del Paese, poi, i giudizi sulle condizioni attuali restano stabili mentre sulle attese si rileva un peggioramento. I consumatori, inoltre, giudicano l’andamento recente dei prezzi al consumo in aumento, anche se il saldo delle attese sull’andamento dei prezzi migliora lievemente (-25 rispetto al -26 del mese precedente).

Giustificano invece qualche ottimismo in più i dati Istat di luglio sulla fiducia delle imprese italiane: l’indice sale da 88,2 di giugno a 90,9, anche se nei singoli comparti l’andamento è contrastato. Tra le imprese manifatturiere la fiducia cala da 99,9 a 99,7, nel settore i beni di consumo migliora da 98,0 a 98,2, nei beni intermedi scende da 103 a 102,2, in quelli strumentali diminuisce da 98,2 a 97,3. Fiducia in crescita invece tra le imprese dei servizi (da 88,1 a 92,5) e nel commercio al dettaglio, da 101,4 a 101,8. Stabile infine nella grande distribuzione (a 101,0) e in quella tradizionale (a 102,7).

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