Skincare di primavera, le parole per dirlo

Skincare di primavera, le parole per dirlo

Microbioma e  lactobacilli. Maschere esfolianti e idratanti, antirughe naturali, molecole anti-smog. Queste le parole vincenti per comunicare i benefici dello “skincare” della primavera 2018, in grado di attrarre l’attenzione delle consumatrici e, in seconda battuta, dei consumatori che curano la pelle.

Se le donne asiatiche da sempre svolgono una routine di bellezza che conta in media 10 prodotti usati in sequenza ogni mattina, noi occidentali riteniamo di non avere il tempo ma guardiamo con invidia i riti orientali dello skincare e la nostra routine per la cura della pelle non è più solo latte detergente e crema da notte.


Novità del 2018

Ora accade però che il 2018 battezza nuovi termini mai usati in campo cosmetico e aggiunge nuove conoscenze, regole di trattamento e prodotti cosmetici irrinunciabili per chi vuole curare la pelle e prevenirne i segni dell’età. Se la protezione solare è nota e irrinunciabile, da cominciare in giovinezza e intensificare con il progredire degli anni (unica strada che previene la maggioranza delle macchioline che compaiono sulla pelle del viso dopo i 35/40 anni), lo skincare subisce una rivoluzione. Almeno a giudicare dalle parole che accompagnano ricerche, test,  innovazione e nuovi prodotti. Lo rivela nell’ultimo report dedicato agli ingredienti per lo skincare e i trend 2018 dal mondo di Mintel, market intelligence agency londinese con sedi sparse in tutto il mondo.


Microbioma e fermenti per la pelle

La parola per eccellenza è ora ‘microbioma’. Nota al mondo farmaceutico per la pletora di integratori a base di fermenti lattici che danno un aiuto concreto all’intestino come motore per la salute di tutto l’organismo, il microbioma influenza anche la salute della pelle e dall’ambito strettamente dermatologico passa a quello cosmetico.

Sieri, creme e integratori alimentari per lo skincare che contengono probiotici (soprattutto lactobacillus) sono aumentati del 98% negli ultimi 5 anni nel mondo, in primis negli Stati Uniti seguiti dall’Europa. «La familiarità verso gli ingredienti  già usati in ambito alimentare è da sempre elevata e fa anche leva sull’amore dei consumatori verso tutto ciò che è naturale» spiega Alison Gaither, analista di Mintel a capo dell’indagine. «L’interesse verso i probiotici e i fermenti sale e diventerà il principale trend per il campo dello skincare. Seguito anche da un aumentato interesse verso l’ambiente e la cosmesi naturale».  Il ‘microbiome movement’ cresce, come segnala anche la bibbia dei formulatori del campo della cosmesi di tutto il mondo, la rivista tecnico scientifica Cosmetics and Toiletries.  Scrive Travis Whitfill della Yale University School of Medicine di New Haven, USA: «Il microbioma gioca un ruolo centrale nella salute della pelle e il potenziale dell’impiego di fermenti per uso topico è immenso e ancora tutto da esplorare». Così come consumiamo litri di yogurt per rispettare la microflora batterica intestinale, impareremo presto ad amare i nostri batteri per la bellezza della pelle.


Il ritorno della maschera

Nella detergenza si fa strada la pulizia che esfolia il viso e rinnova la pelle dando lucentezza. È questo il compito delle nuove maschere monouso. Fare la maschera a casa è un gesto di grande cura per la pelle e piace sempre di più. Di ogni forma e tipologia, in tessuto immerso in acido ialuronico puro o in gelatine che si attaccano sul viso oppure in pasta, fanghi termali, creme o sieri. Con o senza risciacquo. Asciutte e da attivare spruzzandoci sopra i principi attivi al momento dell’uso. Già sagomate o da ritagliare, mini per piccole aree come contorno occhi o labbra, di tutti i colori. Per il viso, per il decolleté e per il dorso delle mani, il 2018 è l’anno delle maschere di bellezza.


Antirughe dalla natura

“Si torna alle origini”, dicono gli analisti Mintel. Viviamo immersi nella tecnologia e quando dobbiamo prenderci cura di noi stessi preferiamo leggere ‘istruzioni semplici’ (lo chiede il 58% delle consumatrici) e liste degli ingredienti corte (per il 53% delle consumatrici). Ciò significa meno ingredienti ritenuti poco friendly (come le sostanze chimiche) e possibilmente creme e sieri contenenti ritrovati naturali (oltre 2 prodotti per lo skincare su 5 li contengono già). Fra i principi attivi che più attraggono l’attenzione femminile Mintel segnala le argille, i probiotici (di nuovo) e le sostanze vegetali, inclusi gli oli e le acque di sorgente.


Anti-inquinamento

Altra parola da non trascurare. Questa primavera creme da giorno, filtri solari e perfino il make-up hanno questa prerogativa in più. All’Istituto di ricerca di medicina ambientale Liebiniz a Dusseldorf, in Germania, è stata fatta una ricerca su larga scala (806 donne tedesche e 750 cinesi dai 28 ai 70 anni di età) che ha fatto scuola  dimostrando, per la prima volta, la relazione fra inquinamento cittadino e formazione di macchie scure sulla pelle del viso. Nello studio, pubblicato recentemente sul Journal of Investigative dermatology, è stato infatti scoperto che  ogni incremento di 10 microgrammi per metro cubo di biossido di azoto (che compone lo smog) aumenta del 25% il rischio che su viso e mani si formino macchie scure.  Uno  skincare scrupoloso, che includa la pulizia della pelle sia la mattina che la sera per eliminare le tracce dello smog è perciò indispensabile e da raccomandare alle clienti.

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