L’intervista ad Alessandro Avezza, Area Vice President Italy & Country Manager, CGM

L’intervista ad Alessandro Avezza, Area Vice President Italy & Country Manager, CGM

Digitalizzazione e AI stanno entrando con rapidità nelle nostre vite, mentre in farmacia il percorso procede con maggiore gradualità. Quali aree evidenziano oggi il maggiore potenziale di sviluppo?

La nostra ultima survey su un panel di 277 farmacisti clienti CGM PHARMAONE ha delineato un quadro molto chiaro: l’81% dei farmacisti riconosce il valore dell’AI, ma solo il 15% la utilizza concretamente nel lavoro quotidiano. Questo divario evidenzia un enorme potenziale ancora da esprimere.
Le aree più promettenti riguardano innanzitutto le attività ripetitive e a basso valore aggiunto: gestione delle scorte, automazione dei processi amministrativi, analisi dei dati e reportistica.
Un ambito strategico è poi il supporto al professionista sanitario, quindi in questo caso al farmacista: l’AI può diventare un vero e proprio alleato, un moltiplicatore delle capacità del professionista. Nell’interazione con il cittadino, nella ricerca di informazioni, per la conferma o la validazione di ipotesi e anche nella comunicazione personalizzata.
Un’altra dimensione significativa è nella capacità di integrare i dati clinici provenienti dai servizi di telemedicina e dalle piattaforme regionali e dunque di rendere il farmacista parte attiva dei percorsi di salute del territorio.
La farmacia procede gradualmente nell’accogliere all’interno dei propri processi strumenti di intelligenza artificiale, è vero, ma credo sia solo una questione di tempo. Perché l’AI è una risorsa fondamentale per il farmacista che vuole dedicare il suo tempo all’ascolto, alla cura e al consiglio per il paziente. E il suo enorme valore risiede nella capacità di sollevare il professionista dalle incombenze quotidiane, permettendogli di dedicarsi con maggiore continuità al banco e di mantenere un ruolo saldo all’interno della comunità.

 

Con quasi un quarto degli italiani over-65, quali necessità emergono con maggiore continuità da questa fascia di popolazione?

La popolazione anziana porta in farmacia bisogni molto concreti: sicurezza, continuità e prossimità. Le richieste più ricorrenti riguardano il supporto nella gestione delle terapie — spesso complesse —, il bisogno di chiarimenti sulle prescrizioni e un orientamento rispetto ai percorsi di cura.
Molti pazienti fragili cercano nella farmacia un riferimento stabile e umano, capace di offrire ascolto, monitoraggio e punti di contatto frequenti con il sistema sanitario.
In questo senso, i servizi di telemedicina, il monitoraggio dei parametri e una gestione più semplice delle ricette elettroniche rappresentano risposte immediate e molto apprezzate da questa fascia di popolazione.

 

Secondo i dati AIFA, solo metà dei pazienti cronici mantiene una aderenza regolare. Quali difficoltà operative riscontrate più spesso nella continuità terapeutica?

Uno dei principali ostacoli all’aderenza terapeutica è la difficoltà di garantire una presa in carico continuativa e strutturata del paziente cronico. Spesso i professionisti sanitari non dispongono di strumenti sufficientemente integrati per identificare tempestivamente i pazienti a rischio di scarsa aderenza e monitorarne l’andamento nel tempo. È per questo che le soluzioni digitali che facilitano l’identificazione del paziente e la gestione coordinata del suo percorso sono determinanti: permettono di raccogliere informazioni cliniche in modo sistematico, intercettare in modo precoce potenziali situazioni di rischio, attivare interventi personalizzati e favorire una comunicazione più fluida tra professionisti, strutture e territorio.

Per garantire la continuità terapeutica, è inoltre cruciale la possibilità di supportare i pazienti anche sul piano logistico, soprattutto quelli che hanno limitazioni negli spostamenti. I servizi di consegna del farmaco a domicilio sono essenziali, perché riducono le barriere all’accesso e facilitano il rispetto della terapia prescritta. Il recente rapporto “La nuova farmacia pilastro del Ssn. Prospettive ed opportunità” realizzato dal Censis con il supporto di Federfarma conferma infatti che la consegna a domicilio dei farmaci, soprattutto in caso di pazienti fragili o cronici, è tra i principali desiderata dai cittadini.

Quando le tecnologie che supportano la presa in carico si integrano con servizi capaci di avvicinare le cure al domicilio, l’aderenza migliora in modo significativo. E di conseguenza, gli esiti di salute.

 

Quali aspetti organizzativi e culturali devono ancora consolidarsi per integrare davvero il digitale nella farmacia?

La trasformazione digitale richiede due movimenti paralleli: strumenti adeguati e un cambiamento culturale.
Molte farmacie hanno già investito in tecnologie avanzate, ma quello che serve oggi è un’integrazione più fluida nei processi interni: dalla gestione del magazzino fino all’erogazione dei servizi.
Sul piano culturale, è importante superare l’idea del digitale come “complessità” e iniziare a percepirlo come un alleato per migliorare la qualità del lavoro e il servizio al cittadino.
Il vero salto avverrà quando ogni soluzione digitale sarà vissuta non come un adempimento, ma come un elemento naturale della pratica professionale quotidiana. In questo passaggio il ruolo del farmacista è decisivo. Non si tratta solo di esercitare le proprie competenze professionali, ma anche di accompagnare il cittadino nell’utilizzo delle tecnologie che supportano la presa in carico, diventare un abilitatore. Compito nostro, cioè delle software house, è quello di sviluppare strumenti agili, semplici da usare e pensati per semplificare i processi. Noi ci mettiamo tutto il nostro impegno, ma certamente possiamo e dobbiamo continuamente migliorarci.

 

In che modo evolverà il ruolo del farmacista con l’ingresso del digitale nel dialogo con il cittadino e nell’organizzazione del lavoro?

Come dicevo, il digitale può liberare il farmacista da molte attività manuali, permettendogli di concentrarsi sulla parte più nobile e distintiva del suo ruolo: la consulenza clinica, il supporto ai pazienti fragili e la presa in carico dei percorsi di cura.
Grazie ai dati — generati da telemedicina, ricette elettroniche, servizi digitali — il farmacista potrà assumere un ruolo ancora più centrale nel monitoraggio dei pazienti cronici, nella prevenzione e nell’educazione sanitaria.
Allo stesso tempo, la farmacia diventerà una struttura più efficiente capace di coordinare team, processi e servizi in modo moderno. È un’evoluzione che valorizza la professionalità del farmacista e rafforza il suo ruolo nel sistema sanitario territoriale. L’AI e il digitale sono risorse che affiancano il professionista sanitario, a maggiore ragione oggi che questi strumenti sono diventati intelligenti, o così sembra.

 

Guardando al 2026, quale traiettoria dell’innovazione digitale sarà più rilevante per rafforzare il ruolo della farmacia nel contesto territoriale?

A mio avviso la traiettoria più rilevante sarà quella che porta verso un ecosistema sanitario realmente integrato. La farmacia territoriale potrà rafforzare il proprio ruolo grazie a servizi digitali sempre più evoluti, capaci di mettere in comunicazione in modo fluido prescrittori, farmacisti e cittadini.

Uno snodo vitale sarà l’interoperabilità: la possibilità di far dialogare i sistemi del medico con quelli della farmacia, gestendo in maniera uniforme ricette elettroniche, dati clinici e informazioni di presa in carico. Questo consentirà di migliorare la continuità terapeutica e rendere più efficiente il percorso del paziente.

Sono convinto che le soluzioni sviluppate nell’ambito di CGM Digital Health – la divisione dell’azienda dedicata ai servizi digitali per il settore sanitario – avranno un ruolo importante. Perché parliamo di piattaforme che facilitano la gestione delle cronicità, rendono più immediata la comunicazione tra i professionisti e aprono un canale digitale tra cittadini e farmacie, integrando servizi innovativi direttamente all’interno della farmacia.

La capacità di orchestrare queste tecnologie in modo semplice e orientato al cittadino sarà ciò che realmente permetterà alla farmacia di evolvere, ampliando la sua funzione di presidio di prossimità all’interno di un sistema sanitario sempre più connesso e digitale.

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