L’esperienza sanitaria degli italiani si muove tra rinunce alle cure, vincoli economici e liste d’attesa, mentre le farmacie si confermano attori chiave nei servizi di prossimità. Lo dice la quinta edizione dell’Outlook Salute Italia di Deloitte (dati riferiti al 2024) che ha coinvolto 3.800 cittadini in età adulta residenti in Italia.
Le farmacie si confermano attore chiave per il comparto salute
La ricerca evidenzia che le prestazioni sanitarie più fruite del 2024 sono: esami di laboratorio (66%), visite specialistiche (65%) e consulti presso il medico di medicina generale (49%); gli esami di laboratorio registrano il maggior incremento (+3%). Nel 2024, il 30% degli intervistati ha dichiarato di aver dovuto rinunciare alle cure negli ultimi 12 mesi, soprattutto tra chi ha meno disponibilità economiche. Infatti, la quota di chi ha un reddito basso (43%) è più del doppio rispetto a coloro i quali dichiarano un reddito alto (20%). Il divario più marcato resta sulle attività di prevenzione, dove il 55% dei fruitori ha un reddito alto, contro il 35% con reddito basso. Il principale motivo di rinuncia resta quello economico (74%), percentuale in crescita del +5% rispetto alla precedente edizione e del +13% rispetto al 2022. Anche le liste d’attesa rappresentano un ostacolo significativo: sono al secondo posto tra i motivi di rinuncia alle cure, indicate dal 34% degli intervistati. Il pubblico si conferma la prima scelta per la maggior parte delle prestazioni. Le strutture pubbliche continuano a essere la prima scelta per le attività di prevenzione (49%), gli interventi di chirurgia maggiore (42%), gli esami di laboratorio (37%), gli interventi di chirurgia minore (33%) e le visite specialistiche (29%).
Nel corso dell’ultimo anno, la percentuale di chi dichiara di aver fruito di prestazioni sanitarie presso una farmacia si attesta al 37%. Tra i servizi più richiesti figurano le analisi del sangue (30%), seguiti dai servizi di supporto per le prestazioni del Ssn (27%), oltre che dai test Covid-19 (27%). Il livello di soddisfazione complessivo per le prestazioni fruite in farmacia si conferma alto: l’84% degli utenti dichiara la propria soddisfazione (28% “molto soddisfatto” e 56% “abbastanza soddisfatto”).
Anche il medico di medicina generale resta fondamentale, soprattutto per la popolazione anziana, dove la maggior parte degli over 65 si è rivolta al proprio medico nel corso dell’ultimo anno. L’accesso alle sue prestazioni avviene prevalentemente tramite canali tradizionali: la prenotazione telefonica è tuttora la modalità di accesso principale per quasi la metà degli italiani (49%); il 31% di pazienti si affida a e-mail e il 14 % ad app e piattaforme dedicate.
Sanità digitalizzata e AI
Aumenta l’utilizzo del digitale in sanità da parte degli italiani: dal report emerge un incremento di chi dichiara di aver prenotato una prestazione sanitaria online (58%, +4%), di aver condiviso referti digitalmente (48%, +3%), aver ricevuto un referto tramite un canale digitale (59%, +1%) o utilizzato canali digitali per informarsi o scegliere un professionista o una struttura sanitaria a cui rivolgersi (39%, +1%). Inoltre, aumenta la conoscenza del campione rispetto all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in ambito sanitario (+3% rispetto alla scorsa rilevazione) e il 56% dei rispondenti dichiara di aver sentito parlare di AI a supporto delle attività cliniche (quali la diagnosi, la terapia, la prognosi e il monitoraggio del paziente). Per quanto riguarda il fascicolo sanitario elettronico, cresce la conoscenza e l’utilizzo: lo usa 1 italiano su 2. Il livello di conoscenza complessiva nel Paese registra ad oggi un +9% rispetto alla scorsa rilevazione e addirittura un +24% rispetto al periodo pre-pandemia, con le regioni del Nord che raggiungono picchi intorno al 90%. L’utilizzo cresce del +5%, con il 49% degli intervistati che lo ha usato nell’ultimo anno – principalmente per consultare referti e ricette (87%), prenotare visite o altre prestazioni (44%) e accedere a servizi di tipo amministrativo come il cambio del medico di medicina generale (28%). La soddisfazione tra gli utenti rimane elevata (91%), con differenze territoriali (al Sud non supera il 79%). Il medico di medicina generale in più di un terzo dei casi, ha incoraggiato l’utilizzo del Fse e nel 56% dei casi vi ha fatto ricorso direttamente per assistere i propri pazienti.




