Gli over 65 sono sempre più connessi, digitalizzati e utilizzano la tecnologia anche nel settore salute, dagli acquisti on line alla refertazione. È quanto emerge da alcune ricerche recenti come il primo Rapporto Auditel-IPSOS e il Rapporto Istat “Cittadini e ICT – Anno 2024”. Indagini che mettono in discussione il marketing generazionale tradizionale e invitano broadcaster, investitori pubblicitari e policy-maker a rivedere le proprie strategie di marketing, includendo il segmento 65-74 anni come cittadini attivi anche sulle piattaforme digitali.
Pubblico over 65 è digitale e informato
Secondo i dati del Rapporto Auditel-IPSOS in Italia ci sono 121,6 milioni di schermi – quasi cinque a famiglia– con 43,9 milioni di televisori di cui 24,7 milioni connessi a Internet, mentre le Smart TV sono raddoppiate in cinque anni (+131 %). Smartphone e “second screen” dominano la scena digitale (77,7 milioni di unità), ma un quarto delle famiglie naviga soltanto da mobile e la banda larga fissa si ferma al 65%, segno che il completamento delle infrastrutture resta decisivo per un ecosistema pienamente connesso. Focus centrale del rapporto è la ridefinizione del target 65-74 anni, ormai indistinguibile dal resto della popolazione per dotazioni, competenze e capacità di spesa: le famiglie composte esclusivamente da over 65 sono 6,6 milioni (+540 mila in cinque anni) e superano quelle con minori, ma al loro interno si distinguono nettamente i 65-74enni, attivi e iperconnessi, dagli over 75, ancora distanti dal digitale. «Abbiamo superato lo stereotipo dell’anziano analogico: il pubblico maturo di oggi è digitale, informato e rappresenta un potenziale ancora inespresso. Del resto, dobbiamo tenere presente che un 67enne di oggi, ancora giovane e in larga parte professionalmente attivo, ha vissuto in pieno la rivoluzione digitale» ha commentato Nando Pagnoncelli, presidente di IPSOS Italia, richiamando studi internazionali che attestano come la soglia di “anzianità” si sia spostata in avanti in termini di salute, istruzione e centralità mediale.
Un trend confermato anche dal Rapporto Istat “Cittadini e ICT – Anno 2024”. I dati, infatti, mostrano che tra il 2023 e il 2024, è aumentato di 2,4 punti percentuali l’uso della Rete, con incrementi soprattutto nella popolazione adulta e anziana, con picchi nelle coorti dei 65-74enni e in quella di 75 anni e oltre (rispettivamente di +7,6 e +6,7 punti percentuali). L’uso delle ICT risulta ancora significativamente diverso tra la popolazione maschile e quella femminile: ha dichiarato di accedere a internet l’84,5% degli uomini a fronte del 79,5% delle donne. Tra gli individui ultra 75enni il vantaggio maschile nell’uso di Internet diventa particolarmente marcato (38,3% degli uomini contro il 26,5% delle donne).
Il Rapporto conferma anche che l’uso di internet per motivi legati alla salute è ormai ben radicato: il 46% degli italiani che hanno usato la rete nei tre mesi precedenti l’intervista ha dichiarato di aver cercato online informazioni sanitarie. Il dato, avvertono i ricercatori, rimane stabile rispetto agli anni precedenti, ma è evidente che si tratta di un’abitudine ormai consolidata anche tra le fasce d’età più avanzate. Sempre più cittadini, inoltre, usano la Rete per dialogare con l’amministrazione pubblica e in particolare consultare referti sanitari, situazioni previdenziali o sanzioni amministrative (25,3%), oppure per prenotare visite e servizi (23%). Invita a riflettere anche l’evoluzione dei comportamenti digitali della popolazione anziana, storicamente meno connessa ma in progressiva trasformazione. Nel 2024 l’uso di internet tra le persone di 65-74 anni è salito al 68,1%, con un incremento di 7,6 punti percentuali rispetto al 2023. Anche tra gli over 75 si registra un progresso significativo: usa internet il 31,4% degli intervistati (+6,7 punti rispetto all’anno precedente), anche se resta marcata la distanza generazionale così come il divario di genere (tra gli ultra75enni, accede alla rete il 38,3% degli uomini contro appena il 26,5% delle donne).