Accordo pandemico OMS, impegno condiviso anche per le aziende farmaceutiche

Accordo pandemico OMS, impegno condiviso anche per le aziende farmaceutiche

L’Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS ha approvato il 19 maggio il nuovo Accordo pandemico globale, al termine di tre anni di negoziati. Il testo è stato adottato con 124 voti favorevoli e 11 astensioni, tra cui quella dell’Italia. Nessun Paese ha espresso voto contrario. L’obiettivo dell’intesa è rafforzare la cooperazione internazionale nella prevenzione e nella risposta a future emergenze sanitarie, sulla base delle esperienze maturate durante la pandemia da Covid-19. Si tratta del secondo accordo giuridico internazionale negoziato dall’OMS ai sensi dell’articolo 19 della sua Costituzione, dopo la Convenzione quadro per il controllo del tabacco del 2003.

Sovranità nazionale tutelata

L’Accordo definisce principi e strumenti per migliorare il coordinamento tra Stati e rafforzare l’architettura sanitaria globale. Tra i temi centrali figurano l’accesso equo a vaccini, terapie e dispositivi diagnostici e la condivisione rapida di informazioni e risorse. Al tempo stesso, il testo prevede garanzie precise a tutela della sovranità nazionale. È infatti esplicitamente stabilito che l’OMS non potrà imporre misure vincolanti agli Stati, né in tema di restrizioni ai viaggi, né rispetto a obblighi vaccinali o lockdown. Le decisioni restano pienamente in capo ai singoli governi. L’accordo chiarisce inoltre che nessuna disposizione dovrà essere interpretata come vincolante in materia legislativa o regolatoria.

Un sistema per condividere patogeni e risorse

Un elemento rilevante dell’accordo è l’istituzione del sistema PABS (Pathogen Access and Benefit-Sharing System), un meccanismo per facilitare lo scambio tempestivo di informazioni sui nuovi patogeni e assicurare un accesso più equo ai prodotti sanitari. Il PABS si propone di rendere più efficiente la risposta a nuove minacce pandemiche, attraverso una condivisione globale di dati e benefici. Tra le misure previste rientra anche la creazione di una rete internazionale per il coordinamento logistico e della catena di approvvigionamento in caso di emergenza.

Il contributo dell’industria farmaceutica

In questo quadro, viene definito anche il ruolo delle aziende farmaceutiche. I produttori che aderiranno al sistema PABS si impegnano a rendere disponibile per l’OMS il 20% della propria produzione in tempo reale di vaccini, terapie e dispositivi diagnostici, sicuri e di qualità. Di questa quota, almeno il 10% sarà destinato a donazioni, mentre il restante sarà fornito a condizioni di prezzo agevolate. I prodotti saranno poi distribuiti secondo criteri di priorità sanitaria e con attenzione alle esigenze dei Paesi meno dotati di risorse. Le imprese farmaceutiche potranno collaborare su base volontaria con il meccanismo, previa adesione formale.

La posizione dell’Italia

L’Italia ha scelto di astenersi nel voto, pur non esprimendo un’opposizione netta. La posizione italiana, già esplicitata nei mesi precedenti, è legata alla volontà di mantenere il pieno controllo nazionale nella gestione di eventuali nuove crisi sanitarie. Il testo finale dell’Accordo recepisce questa sensibilità, chiarendo che nessuna disposizione potrà limitare le scelte sovrane degli Stati. L’astensione italiana è stata condivisa da altri Paesi europei come Polonia, Slovacchia e Bulgaria, oltre che da Russia, Israele e Iran. Il prossimo passaggio sarà l’apertura alla firma e alla successiva ratifica da parte dei singoli Paesi. L’Accordo entrerà in vigore una volta raggiunte 60 ratifiche. Nel frattempo, l’OMS coordinerà l’elaborazione degli strumenti attuativi, compresi i dettagli tecnici del sistema PABS e le modalità di attivazione delle riserve sanitarie. L’Assemblea Mondiale della Sanità del 2025 esaminerà l’avanzamento dei lavori e i documenti operativi necessari all’implementazione dell’intesa.

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