Influenza 2025-2026, attesi 16 milioni di contagi. Farmaci da banco e ruolo chiave di medici e farmacisti

Influenza 2025-2026, attesi 16 milioni di contagi. Farmaci da banco e ruolo chiave di medici e farmacisti

La prossima stagione influenzale potrebbe coinvolgere fino a 16 milioni di persone, secondo l’indagine di Human Highway per Assosalute – Federchimica, presentata il 24 settembre durante l’evento stampa “Stagione dei virus respiratori 2025–2026: strategie di prevenzione e scelte di cura consapevoli”. Dallo studio emerge che gli italiani affrontano influenza e altri virus con sempre maggiore consapevolezza, ma non senza timori: il 68,4% teme soprattutto per bambini e anziani, mentre l’81,8% richiama la necessità di un uso responsabile dei farmaci automedicazione (o da banco, riconoscibili grazie al bollino rosso che sorride sulla confezione), accompagnato da corrette informazioni e, se necessario, dal supporto di medico o farmacista.

Il Professor Fabrizio Pregliasco, Direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell’I.R.C.C.S. Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, nel commentare i dati invita a non abbassare la guardia: «I segnali che arrivano dall’emisfero australe ci invitano a non abbassare la guardia: la stagione potrebbe essere intensa, con un aumento dei casi da metà ottobre e un picco invernale. La pressione sui servizi sanitari resta un rischio concreto, soprattutto per le fasce più fragili».

A chi si chiede consiglio e quali sono i rimedi scelti

La fiducia degli italiani nel medico di famiglia è in crescita, guadagnando quasi 12 punti percentuali rispetto al 2020: oggi il proprio medico curante resta il punto di riferimento per il 64,6% degli italiani.  Inoltre, rispetto a cinque anni fa aumenta la quota di chi sceglie di curarsi in autonomia con farmaci da banco che conosce per esperienza pari a quasi il 20% dei rispondenti – 1 italiano su 5, contro il 14,6% del 2020.

Fondamentale resta poi la figura del farmacista che è un punto di riferimento nel 23,5% dei casi.

I giovani si affidano più spesso a internet (fino al 18% tra gli under 24) e agli strumenti di intelligenza artificiale: tra gli under 24 gli strumenti di IA hanno già superato «internet» e gli influencer sui social come fonte di informazione. Al crescere dell’età aumenta l’importanza del consulto medico fino a raggiungere il massimo tra gli over 65 che si rivolgono al medico nell’80% dei casi.

Tra i rimedi utilizzati in caso di sintomi influenzali e simil-influenzali, i farmaci da banco si confermano essere l’opzione terapeutica d’elezione, scelti dal 64,4% della popolazione, seguiti da integratori e vitamine (16,9%) e dagli antibiotici (15,4%), il cui uso, seppur in calo, resta diffuso, soprattutto tra i giovani (18-24 anni 30,9%) e gli uomini (18,8% vs. 11,9% donne).

Automedicazione responsabile, una prassi consolidata ma non per tutte le fasce d’età

La grande maggioranza degli italiani (oltre 8 su 10) è consapevole dell’importanza dell’automedicazione responsabile in caso di influenza e altri virus respiratori: il ricorso a farmaci da banco accompagnato da informazioni corrette e dal consiglio, se necessario, di medico o farmacista, rappresenta una prassi consolidata. Lo pensa, infatti, il 49,4% degli italiani che ritiene che la cosa più saggia, alla comparsa dei sintomi, sia mettersi a riposo, assumere farmaci da banco e contattare il medico solo se dopo 3 giorni non si nota un miglioramento. Gli over 65, invece, sono più inclini a rivolgersi subito al medico (37,7%) e attribuiscono maggiore importanza alla vaccinazione (8,4%).

Le donne si confermano più propense all’automedicazione (55,8% contro il 43,2% degli uomini), mentre i giovani dichiarano comportamenti scorretti o avventati come l’uso immediato di antibiotici, e rappresentano coloro che si affidano di più alla ricerca di informazioni online.

L’età influenza anche l’approccio alla vaccinazione

Il 59% degli italiani riconosce la vaccinazione come strumento fondamentale di protezione, ma solo il 36,6% dichiara di volerla fare nella prossima stagione. La propensione è più alta tra gli over 65 (57,3%) e tra chi la considera ormai una routine (41%). Tra le motivazioni del “no” prevalgono la percezione di bassa gravità dell’influenza e la convinzione di ammalarsi raramente.

Le motivazioni che spingono gli italiani a vaccinarsi contro l’influenza variano sensibilmente in base all’età. Tra gli over 65, la vaccinazione è ormai una consuetudine: il 61,2% dichiara di farla ogni anno. Nella fascia 55-64 anni, invece, il 34,4% si vaccina su consiglio del medico. Tra i più giovani (18-24 anni), la principale motivazione è la volontà di non contagiare persone vicine, indicata dal 29,3% degli intervistati, una buona abitudine nata durante la pandemia di Covid-19 e mantenuta negli anni successivi. Non manca, infine, chi decide di vaccinarsi per evitare di essere contagiato dai bambini, più esposti ai virus influenzali (9,2% tra i 25-34enni e 28% tra i 18-24enni).

«La vaccinazione resta la misura più efficace per proteggere sé stessi e i propri cari, soprattutto i più fragili,» ribadisce Pregliasco. «Non garantisce l’assenza totale dei sintomi, ma riduce il rischio di complicanze gravi. È importante cogliere ogni occasione per vaccinarsi, anche integrando più vaccinazioni nello stesso appuntamento».

Dal 1° ottobre 2025 parte in Lombardia anche nelle farmacie aderenti la campagna di vaccinazione antinfluenzale gratuita per le seguenti categorie: donne in gravidanza, bambini e ragazzi tra i 6 mesi e i 17 anni, soggetti fragili per patologia, over 60, lavoratori per i quali il vaccino è raccomandato. A partire dal 13 ottobre 2025 la vaccinazione è disponibile gratuitamente per tutti.

(Visited 57 times, 31 visits today)

Potrebbe interessarti anche: