Da dove ripartire? Nuovi orizzonti anche per la farmacia

Da dove ripartire? Nuovi orizzonti anche per la farmacia

L’Italia nel tempo sospeso: da dove partire per un nuovo sviluppo? È Il titolo di un’interessante ricerca condotta da TradeLab e da Metrica Ricerche su un campione di 1000 cittadini compresi nella fascia di età tra 18 e 65 anni (attraverso due rilevazioni, una condotta il 7-9 marzo e la seconda tra 28 e il 30 marzo).

Dalla survey emergono alcuni dati prevedibili, come la preoccupazione sull’impatto economico che avrà l’emergenza sanitaria, soprattutto da parte dei cittadini del Sud (la prima analisi aveva registrato valori di 51% e di 77%, che sono passati al 67% e all’84% nella seconda). E naturalmente le «sofferenze» percepite dai cittadini come effetto delle restrizioni governative sulla mobilità. Si legge nella ricerca: «Ciò che manca di più agli italiani oggi è la normalità, fatta di routine quotidiane legate sia alle dinamiche sociali del lavoro e dello studio (53%), sia alle attività as usual, vale a dire: fare sport (43%), andare a teatro e al cinema (41%) e fare shopping (36%)».

Fiducia nella comunicazione dell’emergenza da parte delle istituzioni e dei media tradizionali: comprensibilmente, gli italiani sono molto aggiornati sullo stato della situazione e sui provvedimenti presi dalle Istituzioni e anche propensi ad apprezzare le modalità di comunicazione dell’emergenza da parte delle istituzioni (40%). In crescita anche l’apprezzamento nei confronti dei media con una consistente riduzione della componente più fortemente critica (passata dal 46% al 28% nelle due indagini). A sorpresa, solo il 22% della popolazione riconosce ai social un ruolo positivo come fonte di garanzia sul fatto che le informazioni corrette e ufficiali siano facilmente individuabili. Aumenta la consapevolezza di ritenute attendibili e la richiesta di informazioni quanto più possibile oggettive, una novità nello scenario degli ultimi anni.

Cresce il senso civico e di responsabilità; gli italiani li valutano rispettivamente elevato (66% del campione) e in crescita (+ 14 punti percentuali) Nelle stesse proporzioni e con valori assoluti comparabili cresce (+ 13 punti percentuali) il sentimento di solidarietà che il 60% degli italiani valuta in aumento. Ancora più consistente è l’aumento (+ 21 punti percentuali) registrato dal sentimento di orgoglio nazionale, che è in forte crescita per più della metà degli Italiani (54%). Un capitale di sentimenti positivi che si spera possa accompagnarci anche finita l’emergenza.

La digitalizzazione “forzata” si trasformerà in una prassi: nel corso delle ultime settimane si consolida ulteriormente la consapevolezza degli Italiani sul fatto che il processo di digitalizzazione del Paese, in questa fase dettato dalla necessità di servizi digitali e di nuovi modelli di lavoro (smart working, telelavoro), abbia «rotto le barriere anche culturali esistenti e abbia consentito di accumulare un nuovo capitale di competenze per lo sviluppo futuro del Paese. Il 72% degli Italiani (+10 punti percentuali rispetto alla precedente indagine) si aspetta che le conseguenze di questa emergenza spingeranno a modernizzare il sistema scolastico e universitario, mentre il 68% delle persone (+11 punti percentuali) si dichiara disponibile a utilizzare maggiormente i servizi digitali e il 57% (+11 punti percentuali) l’utilizzo dei nuovi modelli.

In aumento gli acquisti online ma si riscoprono anche i negozi di prossimità: cresce in misura significativa la propensione dei cittadini a effettuare acquisti online, soprattutto come conseguenza dei provvedimenti di distanziamento sociale. Il 33% dei cittadini dichiara di aver modificato il suo comportamento verso un maggiore acquisto online (contro il 17% della indagine precedente). Allo stesso tempo, gli italiani riscoprono l’’importanza sociale del negozio di vicinato (64%), in particolare nel Sud e tra i giovani della Generazione Z. «Importanza sociale da declinare sia in termini di servizio alla comunità locale e/o al quartiere, sia in termini di presidio e di vivibilità del territorio. Viene inoltre valorizzato con forza il servizio di prossimità offerto dalle imprese commerciali – piccole o grandi che siano – evidenziando l’importanza della prossimità non solo come vicinanza fisica del punto vendita al consumatore, ma anche come proposta di valore che offre l’impresa commerciale al consumatore (consegna a domicilio)».

Gli italiani ribadiscono il valore economico e sociale del Servizio Sanitario Pubblico: «Nonostante l’impreparazione rispetto a un fenomeno inaspettato (quanto meno nelle dimensioni e negli effetti) e le conseguenti evidenti difficoltà nell’affrontare l’emergenza, non si riduce – anzi aumenta di 6 punti percentuali – l’apprezzamento nei confronti del sistema dei servizi pubblici (SSN e SSR) che per quasi la metà della popolazione verranno utilizzati con ancora maggiore fiducia in futuro».

Dalla ricerca emergono altri dati importanti: «Il dato più significativo (per i valori registrati e per la sua portata rispetto alle future politiche economiche di investimento nazionale e regionale), riguarda il valore economico e sociale» del servizio sanitario pubblico. La richiesta di maggiore investimento in strutture, organizzazione e persone (numero e remunerazione del personale sanitario) cresce a livello nazionale di 28 punti arrivando a essere condivisa dall’86% della popolazione.

Le farmacie un presidio fondamentale da valorizzare ulteriormente

Si tratta di un dato molto significativo che emerge dalla ricerca, cresce infatti la richiesta di una maggiore diffusività dei servizi sanitari e l’attesa di vedere assegnato un ruolo maggiore alle farmacie sul territorio (la metà del campione – in crescita di 9 punti – si dichiara fortemente propenso a questa soluzione).

 

Cresce inoltre (+ 5 punti percentuali) l’attesa di un ruolo più rilevante degli stessi farmacisti e dei medici (e pediatri) di famiglia anche sul piano dell’informazione (quasi il 60% del campione). Per quanto riguarda questi due dati sul coinvolgimento di farmacisti e medici sul territorio si evidenzia una maggiore sensibilità al Sud dove probabilmente è più sentita già oggi l’esigenza di presidio rispetto alla capacità, in termini di dotazioni di strutture, organizzazione e risorse, delle strutture (pubbliche).

«Quest’ultima riflessione può essere confermata dalla relativamente maggiore propensione al Sud (23%) verso il ricorso futuro a forme di assicurazione sanitaria privata che nel complesso rimane comunque limitata al 18% del campione nazionale».

 

 

Sì all’ecommerce per i prodotti della farmacia, ma in numeri contenuti: la propensione a ricorrere maggiormente in futuro ai canali online per l’acquisto di prodotti della farmacia non è così evidente (23% del campione, contro il 39% che dichiara di non prevedere in futuro un maggiore utilizzo del canale digitale). Si legge nella survey: «nel complesso il dato è comunque significativo visto che quasi un quarto della popolazione potrebbe utilizzare servizi di e-commerce (laddove ammesso, ovvero con riferimento ai prodotti che oggi e in futuro sono e saranno acquistabili online). Tuttavia è difficile immaginare si tratti anche per questi consumatori di un canale esclusivo».

 

 

Un’opportunità di innovazione: gli autori della ricerca sottolineano come questa emergenza sanitaria sia sicuramente contribuendo ad accelerare il processo di sviluppo della multicanalità creando nuovi clienti potenziali o aumentando l’abitudine a frequentare i canali online (per esempio alla ricerca di alcuni prodotti igienizzanti o ai pulsimetri-saturimetri). Una sfida ma anche un’opportunità dunque di innovazione per molti operatori e anche per le stesse farmacie.

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