Emergenza Covid-19: il parere dei farmacisti

Emergenza Covid-19: il parere dei farmacisti

Da settimane, e in particolare nell’ultima settimana, dopo le notizie dei contagi in Lombardia, le farmacie sono prese d’assalto. A Milano, la maggior parte di loro espone il cartello: “Le mascherine e gli igienizzanti mani sono terminati” ma le code non si arrestano perché i clienti, presi dal panico, fanno scorta anche di altri medicinali. Un momento di particolare intensità per i farmacisti, che più del solito rappresentano un punto di riferimento per il territorio e per la popolazione, che si confronta con paure e incertezze. Le catene hanno strategie strutturate, ma come si comportano le farmacie indipendenti, che rappresentano circa il 60% nel nostro Paese? PharmaRetail ha intervistato Gabriella Djerbi della farmacia “Sardegna” di Milano, una delle località dove i provvedimenti per fronteggiare il Coronavirus sono più restrittivi e prevedono la chiusura delle scuole di tutti gli ordini e gradi, dei cinema, dei teatri e dei locali dopo le 18.00.

 

Quando è iniziata la corsa alle mascherine e ai gel?

Venerdì, quando si è diffusa la notizia dei primi casi in Lombardia, c’è stato un boom incredibile. L’impennata degli acquisti di mascherine e gel mani era già iniziata a gennaio, quando ancora il Coronavirus sembrava un problema limitato alla Cina. Ma si trattava di una richiesta ancora contenuta e riguardava perlopiù stranieri e persone che le acquistavano perché dovevano viaggiare per lavoro in aereo.

 

E nell’ultima settimana che cosa è successo?

Già venerdì sera abbiamo finito tutte le mascherine perché non potevamo immaginarci un’evoluzione di questo tipo. La farmacia si è riempita di persone in preda al panico.

 

Come avete risposto alle loro paure?

Abbiamo cercato di spiegare le peculiarità delle mascherine, come funzionano, le differenze tra quelle con il filtro e quelle senza e quando aveva senso indossarle. Purtroppo non tutti si sono mostrati ricettivi e, quando abbiamo finito le scorte, i clienti si precipitavano a cercare altrove, nella speranza di trovarle. Alcuni pazienti hanno paure comprensibili perché magari devono andare in ospedale ad assistere persone anziane e malate o perché sono loro stessi pazienti oncologici o in dialisi o devono sottoporsi ad esami con scadenze stabilite. In generale, cerchiamo di tranquillizzare i clienti e sconsigliamo a tutti di andare al pronto soccorso se presentano sintomi influenzali, ma di chiamare i numeri dedicati.

 

Oltre a mascherine e gel che cosa acquistano le persone?

Alcool, che è finito e dobbiamo riassortire, prodotti per fare a casa i gel mani. C’è una richiesta altissima anche di vitamina C e di prodotti per stimolare le difese immunitarie. Noi cerchiamo di consigliare i clienti, puntando su prodotti naturali, lavoriamo sulla prevenzione. Si tratta di intensificare il consiglio perché è una prassi per noi già consolidata nelle stagioni dell’influenza.

 

La paura porta a fare scorta di altri medicinali da tenere a casa?

Sì, soprattutto di farmaci anti-influenzali. Ma anche di medicine per la tiroide o per il colesterolo, farmaci che alcuni clienti prendono abitualmente. La frase classica è: “se Milano entra in quarantena almeno siamo tutelati”. Cerco di venire incontro alle esigenze dei clienti, per fortuna non mi è capitato nessuno che mi ha chiesto dieci confezioni di un farmaco, in quel caso avrei cercato di dissuaderlo da un acquisto così massiccio. In farmacia in questo periodo c’è molto traffico, perché le persone magari entrano per cercare la mascherina e si fermano a parlare con noi. È un bisogno perfettamente comprensibile a cui cerchiamo di rispondere rassicurando e dando informazioni precise. Consigliamo di osservare tutte le norme di igiene normale e straordinaria, di attenersi a tutte le direttive, di prendere i mezzi solo se strettamente necessario, ma soprattutto di tranquillizzare sulla reale pericolosità.

 

Avete notato categorie particolari di persone che si rivolgono alla farmacia?

Mi sarei aspettata molte donne in gravidanza e invece non è successo. Vengono molti malati oncologici, che devono necessariamente frequentare gli ospedali. Purtroppo abbiamo finito le mascherine, come la maggior parte delle farmacie a Milano e stiamo aspettando rifornimenti.

È un momento molto intenso per noi, abbiamo dovuto a nostra volta attrezzarci e imparare, io personalmente, prima di questa emergenza, confesso che non conoscevo le differenze tra le mascherine. Spero che tutto torni presto alla normalità, nel frattempo succedono anche cose buffe: una cliente mi ha portato una mascherina perché mi ha visto senza e si è preoccupata per me.

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