Farmacia e distribuzione nell’era degli “imperi”

Le acquisizioni Walgreens-Alliance Boots e McKesson-Celesio annunciano cambiamenti radicali nel comparto. Un report della società britannica Dudley disegna il nuovo volto della filiera

Farmacia e distribuzione nell’era degli “imperi”

La recente acquisizione della tedesca Celesio da parte del grossista americano McKesson è solo l’ultimo esempio dei mutamenti che si stanno verificando nel comparto della distribuzione farmaceutica, intermedia e finale. Le strategie dei nuovi “imperi” della distribuzione e delle grandi catene di farmacie, così come l’ascesa dell’e-commerce e dell’acquisto in multicanalità, stanno aprendo la filiera a nuovi modelli di integrazione verticale. Questa almeno è la riflessione che arriva dall’ultimo report di James Dudley Management, società inglese di consulenze specializzata nel comparto salute e sanità.
Il dossier, contenente dati e cifre di 22 paesi europei, passa in rassegna evoluzioni e dinamiche in atto nella distribuzione farmaceutica per poi lanciare un occhio su quello che potrebbe essere il futuro prossimo del comparto. Che già oggi – ricorda il report – si caratterizza per una progressiva polarizzazione: Alliance Boots, Celesio e Phoenix totalizzano assieme il 60% del mercato intermedio europeo. In più, i tre gruppi vantano rapporti di partnership con il 10% delle farmacie presenti nell’Ue, possiedono o controllano direttamente il 21% delle farmacie aggregate in catene e hanno legami commerciali con il 27% delle farmacie organizzate in catene virtuali.
In questo scenario, le recenti acquisizioni Walgreens-Alliance Boots e McKesson-Celesio hanno consentito ai due gruppi europei di transitare da un’arena regionale a una realmente globale. Secondo James Dudley Management, l’effetto di tali operazioni sarà un’ondata di ristrutturazioni che si ripercuoterà sul canale farmacia in tutti i paesi europei e che avrà per obiettivo quello di incrementare competitività ed efficienza dei costi. Secondo il report, sono poco meno di 210mila le farmacie in attività nei 22 paesi esaminati dallo studio e di queste il 77% appartiene alla categoria delle farmacie indipendenti (a questo gruppo appartengono anche le farmacie facenti capo a un’unica proprietà indipendente come le “succursali” tedesche, 4%, e le farmacie indipendenti aggregate in catene virtuali o gruppi di acquisto, 27%). Un altro 16% è rappresentato dalle farmacie in catena e un altro 4% dalle farmacie pubbliche.
I dati dimostrano che è in atto un’evidente spinta verso l’aggregazione delle farmacie: le catene tenderanno certamente ad allargarsi in tutti quei mercati in cui questa forma di proprietà è consentita: Olanda, Norvegia e Ucraina hanno aperto alle catene di recente, da cui una forte crescita di questo genere di farmacie; la Svezia nel 2009 ha privatizzato 450 delle sue 960 farmacie pubbliche e autorizzato la multiproprietà, cosa che ha portato al veloce sviluppo di diverse catene; ancora più recentemente, la Slovacchia ha aperto alle insegne aggiungendosi a paesi come il Belgio, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, l’Irlanda, la Polonia, la Romania, la Russia, la Svizzera e il Regno Unito.
Il report, così, vede la prossima nascita di un nuovo marchio di farmacia, che accomuna farmacie controllate direttamente dalla proprietà (catena), farmacie indipendenti ma servite dal distributore di riferimento e infine “concept store” in franchising operanti sotto la medesima insegna, posizionamento e lay out del punto vendita. In più, in alcuni casi, vendita on line e multicanalità. Non a caso, Celesio ha dato grnde rilievo allo sviluppo di una propria catena di farmacie di dimensioni europee e Phoenix di recente ha seguito la stessa strategia nell’estensione della propria insegna Benu, che aggrega anche farmacie indipendenti e offre varie formule di affiliazione.
E’ su questo fronte, in sostanza, che James Dudley Management prevede i cambiamenti più importanti degli anni a venire. Per ragioni che chiamano in causa le abitudini di acquisto del consumatore europeo: «Anche se c’è una significativa crescita nei consumi di Otc e parafarmaco nei canali mass market e Internet» ricorda lo studio «il 90,4% dei consumatori che vivono nei 22 paesi analizzati dalla ricerca continua a rivolgersi alla farmacia per i propri acquisti».

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