Federfarma: serve un nuovo modello di spesa per evitare la chiusura di molte farmacie

Federfarma: serve un nuovo modello di spesa per evitare la chiusura di molte farmacie

Dagli ultimi dati forniti da Aifa, la spesa farmaceutica convenzionata netta a carico del Ssn nel 2019 si è attestata a 7,7 miliardi di euro, evidenziando un decremento di 16 milioni rispetto all’anno 2018. D’altra parte, la spesa per acquisti diretti ha fatto registrare uno scostamento assoluto di oltre 2,6 miliardi di euro rispetto al limite imposto del 6,69%, e nessuna Regione è stata capace di rispettare il tetto di spesa. Federfarma, alla luce di questi numeri, evidenzia la necessità di strutturare nuovi modelli, facendo proposte concrete, per evitare da una parte la chiusura di molte farmacie, dall’altra uno spostamento dal modello italiano della farmacia che la vede presidio sul territorio del sistema sanitario nazionale.

La spesa farmaceutica in Italia nel 2019

L’Ufficio Monitoraggio della spesa farmaceutica e rapporti con le Regioni dell’Aifa, ha recentemente predisposto il documento relativo al monitoraggio mensile della spesa farmaceutica nazionale e regionale e la verifica del rispetto dei tetti programmati della spesa farmaceutica convenzionata e per acquisti diretti, per il periodo gennaio-dicembre 2019.

Dal documento emerge che la spesa farmaceutica convenzionata netta a carico del Ssn, calcolata al netto degli sconti, della compartecipazione totale (ticket regionali e compartecipazione al prezzo di riferimento) e del pay-back dell’1,83% versato alle Regioni dalle aziende farmaceutiche, si è attestata a 7.765,4 mln di euro, evidenziando un decremento rispetto a quello dell’anno precedente di 16,1 milioni.

I consumi, espressi in numero di ricette (570,3 milioni), mostrano una riduzione dell’1,0%, rispetto al 2018; anche l’incidenza del ticket totale si riduce (-1,6%). Parallelamente si osserva un incremento dello 0,7% (+154,6 milioni) delle dosi giornaliere dispensate.

Il valore della spesa per acquisti diretti al netto dei gas medicinali è di +10.267,8 mln di euro, con uno scostamento assoluto di 2.665,1 milioni rispetto al tetto del 6,69%, della spesa per acquisti diretti al netto dei gas medicinali (7.612,7 milioni).

Davanti a questi numeri, «urge un cambio di direzione, una prospettiva diversa», si legge in una nota di Federfarma che sottolinea come il sindacato dei titolari abbia «sempre proposto con forza e determinazione in tutte le sedi, consapevole del fatto che le critiche aprioristiche a poco servono se non accompagnate da proposte concrete e fattibili, da concordare necessariamente tra decisori istituzionali e stake-holder del settore. Inutile continuare a perorare la bontà di un modello organizzativo, nei fatti fallimentare, che pone quale fulcro del sistema non il paziente ma la centralizzazione amministrativa della spesa quasi fosse la panacea di tutti i mali».

Federfarma propone, quindi, di ritornare alla prescrizione della maggior parte dei farmaci del Pht, non soggetti a particolari controlli clinici, da parte dei medici di medicina generale e alla loro dispensazione in farmacia. Questo meccanismo rappresenta lo strumento essenziale per garantire l’appropriatezza delle prescrizioni, dell’aderenza terapeutica e il contenimento dei costi del Ssn, come dimostrato dai dati della spesa farmaceutica convenzionata. Inoltre, le farmacie si rendono disponibili a trasmettere i dati della Distribuzione per conto – in cui dovranno convergere la maggior parte dei farmaci del Pht – anche attraverso le ricette elettroniche, con le stesse modalità oggi stabilite dall’articolo 50 delle Legge 326/2003: si tratta di un modo per garantire il monitoraggio della spesa e la puntuale verifica della prescrizione sanitaria e per assicurare l’appropriatezza delle prescrizioni. In ultimo, Federfarma propone di fronteggiare il drastico calo della spesa farmaceutica convenzionata con un nuovo sistema di remunerazione basato sull’apprezzamento, anche economico, dell’atto professionale reso dal farmacista nell’attività di controllo dell’aderenza alla terapia, in linea con le recenti modifiche apportate al Decreto legislativo 153/2009 in sede di legge di Bilancio 2020. Il rischio è che, senza questi provvedimenti, a fronte del drastico calo della spesa convenzionata mostrato dagli ultimi dati ci sarà da una parte la chiusura di molte farmacie, non più in grado di mantenere il necessario equilibrio economico, e, dall’altra, lo sviluppo di un modello, che vedrà la farmacia stessa non più come presidio del Ssn sul territorio, ma sempre più tarata sul prototipo statunitense del drugstore.

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