Nuovi modelli di retail nell’era di Amazon

Nuovi modelli di retail nell’era di Amazon

Il retail di Amazon ha messo in crisi il concetto tradizionale di business e così, negli Stati Uniti, molte catene di generi alimentari ma anche di farmacie stanno ripensando il loro modello. Come riporta la testata drugstorenews.com, questo avviene prima di tutto intensificando gli sforzi per offrire una vendita omnicanale, ma anche offrendo servizi nel punto vendita, con lo scopo di mantenere la loro quota di mercato in un mondo dove l’ e-commerce è sempre più diffuso.

Ripensare l’esperienza in store

Come è ormai chiaro, la competizione con Amazon non è una lotta ad armi pari. Il pioniere dell’e-commerce genera così tante entrate da altre commissioni e servizi che può permettersi di spingere sempre di più nella vendita al dettaglio online senza preoccuparsi della redditività. «Il modello di business di Amazon è completamente nuovo», afferma Scott Mushkin, analista senior presso la Wolfe Research di New York. «Si tratta fondamentalmente di una società di logistica con una quota associativa di base». Infatti, i consumatori non sembrano preoccuparsi di dover pagare una quota associativa per usufruire dei vantaggi di Amazon Prime: secondo le stime di Wolfe Research, Amazon ha ampliato la sua affiliazione di circa 5 milioni di famiglie nel 2018, nonostante abbia aumentato la quota annuale a 119 dollari.

Secondo Drugstorenews.com, mentre sempre più consumatori mescolano lo shopping online e l’acquisto nel punto vendita, i rivenditori si stanno concentrando sul miglioramento della cosiddetta esperienza in store con servizi aggiuntivi al fine di favorire il traffico nel punto vendita. In particolare i drugstore reagiscono integrando le offerte di assistenza sanitaria e, allo stesso tempo, creando legami più profondi con gli operatori sanitari della comunità locale. In una recente conference call con gli investitori, discutendo dei risultati del primo trimestre fiscale, Stefano Pessina, Ceo di Walgreens Boots Alliance, ha affermato: «Riteniamo che il futuro della farmacia sia legato all’offerta di una gamma più ampia di servizi sanitari forniti in modo efficiente e conveniente, nel contesto della comunità in cui risiede. Per questo motivo stiamo esplorando partnership con diversi esperti innovativi nel loro settore. Questo ci permette di offrire un servizio migliore e a un costo inferiore rispetto a quello che saremmo in grado di fare se avessimo creato questi servizi da soli». Tra i partner con cui Walgreens sta collaborando vi sono LabCorp, Humana e VillageMD, che gestisce cliniche mediche.

Ricordiamo, sul versante italiano, che Confcommercio ha definito quali siano le tre mosse per un negozio che vuole sopravvivere nell’era del web. La prima è quella di diventare più analitico e imparare a valutare i diversi indicatori relativi ai clienti, al magazzino, ai margini. In secondo luogo, puntare su un punto vendita che sia interessante e piacevole da visitare, costruendo una shopping experience che conquisti il cliente, perché è un punto sul quale non c’è concorrenza con il web. Infine, utilizzare tutti gli strumenti offerti dal web – sito, social network, e-commerce – per farsi conoscere e per coinvolgere i propri clienti, sia quelli attuali sia quelli potenziali.

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