Oggi parliamo di… benchmarking

Oggi parliamo di… benchmarking

Il motore del business sono le innovazioni, però è necessario che un’idea nuova sia sostenuta da una macchina aziendale ben rodata. Proprio come in una squadra di calcio che vanta un grande fantasista: per giocare i suoi numeri avrà bisogno di un centrocampo che macina alla perfezione gioco tradizionale e schemi classici. Nelle aziende, grandi e piccole, i processi di lavoro devono essere razionali, funzionali, efficaci. Bisogna dunque controllare se le diverse attività sono indirizzate verso il servizio al pubblico, che rappresenta ciò che porta il risultato economico desiderato, ma ogni processo deve essere continuamente analizzato, migliorato, affinato. Ed è qui che entra in gioco il benchmarking.

L’analisi comparativa

Una metodologia di lavoro fortemente consigliata per ottenere buoni risultati, è quella di studiare i concorrenti migliori. Fare un’analisi comparativa (è quello che gli addetti ai lavori chiamano benchmarking), confrontando i loro metodi di lavoro con i nostri. Se sono i campioni del business come risultati, è molto probabile che i loro processi siano molto efficaci. Ogni azienda dovrebbe sempre essere alla ricerca delle best practices, le prassi migliori, e il modo più logico è quello di osservare come lavorano i primi della classe. Naturalmente, non si tratta di fare un copia-incolla, ma di ragionare e stabilire se un metodo vincente è replicabile o addirittura migliorabile. Nel mondo delle medie e grandi industrie, talvolta vengono interpellati consulenti con il compito di esaminare i procedimenti di lavoro e sorprende l’incremento di efficacia che i consultant riescono a ottenere semplicemente inducendo l’azienda ad applicare metodi  in opera in altre imprese.

Il lavoro di intelligence

Per le grosse aziende, non è difficile ottenere le informazioni di base sui concorrenti, grazie ad analisi di bilanci pubblici, a notizie facilmente reperibili sui media e a interviste realizzate a chi lavora con loro. A parte alcuni processi tecnici, il resto non è un segreto, anzi, talvolta un’azienda è orgogliosa delle proprie prerogative e dei propri metodi e ne parla  volentieri. Per una farmacia può non essere così semplice procurarsi un’analisi di come lavorano le altre farmacie e gli operatori del campo della salute, però non è impossibile ottenere informazioni, anche confrontandosi apertamente con alcuni colleghi, quelli disposti a mettere in comune alcuni dati per lavorare meglio.

Non è il caso di trasformarsi in uno 007: l’analisi comparativa si può quindi fare con la semplice osservazione, oltre che con la ricerca delle informazioni pubbliche e con il dialogo.

Positività e negatività del benchmarking

Fare del buon benchmarking non è sempre “indolore”: innanzitutto può essere faticoso e costoso procurarsi le informazioni che servono. Può rivelarsi frustrante scoprire che altri operatori sono più bravi di noi. Può essere difficile modificare processi e metodi di lavoro, inducendo noi stessi e i collaboratori a cambiare alcune abitudini, in ragione della naturale resistenza umana al cambiamento.

Il lato positivo è costituito dai migliori risultati che si ottengono copiando i “campioni” del business. Ma può essere utile anche scoprire qualche grossolano errore nei propri sistemi e correggere il proprio comportamento, o anche, osservando il lavoro di altri, magari anche fuori dal canale farmacia, inventare per analogia qualcosa di nuovo, che possa migliorare il lavoro e gli esiti.

Naturalmente bisogna avere l’equilibrio per capire che cosa può funzionare nella propria farmacia e che cosa no, e anche il coraggio di fare qualche esperimento, pronti a ricredersi se alla prova dei fatti il nuovo metodo non regge.

(Visited 62 times, 1 visits today)
AUTORI

Giornalista freelance iscritto all’albo come pubblicista, esperto di marketing e di comunicazione. Il suo è un percorso particolare.

Laureato in matematica all’Università di Trieste, si è formato in Unilever.

Ha ricoperto posizioni direttive in multinazionali farmaceutiche e successivamente ha lavorato come consulente di direzione e formatore, associato a importanti società di consulenza.

È stato per anni docente nella School di Ec Consulting Italia.