«Dobbiamo fare in modo che di violenza di genere parlino anche gli uomini» è così che Angela Margiotta, presidente dell’Associazione Farmaciste Insieme, commenta per PharmaRetail, la celebrazione del 25 novembre 2025. La farmacia è un luogo di contatto e riconoscimento dei segnali: «i farmacisti sono spesso i primi interlocutori per le donne che vivono situazioni di violenza. La nostra vicinanza, umana ancor prima che fisica, la naturale inclinazione all’accoglienza e all’ascolto e la profonda conoscenza delle comunità in cui operiamo possono fare la differenza nel cogliere i segnali di disagio e nell’orientare le donne verso la rete dei servizi di supporto» ha invece dichiarato in una nota Andrea Mandelli, Presidente Fofi «la forte presenza femminile nella professione rafforza ulteriormente questa capacità di relazione empatica, permettendo di offrire alle donne in difficoltà tutte le informazioni e il sostegno di cui hanno bisogno per chiedere aiuto». «Come FOFI ribadiamo il nostro impegno a collaborare con le Istituzioni e con tutte le realtà coinvolte nella prevenzione e nel contrasto della violenza sulle donne, promuovendo formazione, informazione e strumenti utili a rafforzare la capacità del farmacista di orientare e sostenere chi si trova in situazioni di rischio. Nessuna donna deve sentirsi sola. Insieme possiamo fare la differenza».
Il progetto Mimosa attivo 365 giorni l’anno
L’Associazione Farmaciste Insieme è da sempre impegnata nell’aiutare le donne ad uscire da situazioni di violenza, attraverso il lavoro in farmacia e le iniziative sul territorio, a partire dal “Progetto Mimosa”. Un progetto a tutela della donna maltrattata è sempre attivo, 365 giorni l’anno, nelle farmacie aderenti in tutta Italia. Si accede in modo totalmente anonimo chiedendo come primo step aiuto al farmacista e ricevendo successivamente oltre all’ascolto e a indicazioni personalizzate, il depliant distribuito in farmacia recante i numeri di soccorso sul territorio. «L’importante è fare comprendere che la donna non deve rimanere da sola, ma affidarsi a Istituzioni e associazioni anti violenza in grado di affrontare con professionalità tutte le circostanze anche le più drammatiche. Contemporaneamente il progetto lancia un forte appello al genere maschile: chiedere aiuto non è segno di debolezza, anzi è proprio il contrario» ha proseguito Margiotta, parlando con PharmaRetail «Dopo anni del Progetto Mimosa, siamo consapevoli che oltre al lavoro dietro al banco, sia necessario sedersi ai tavoli istituzionali. Quest’anno volentieri partecipiamo come associazione a due tavole rotonde, a Roma e a Ferrara, organizzate dai rispettivi Comuni».
Le iniziative sul territorio
Diverse le iniziative in occasione della celebrazione 2025: come primo impegno le Farmaciste Insieme di Roma hanno partecipato il 23 novembre a Corrilibera 2025 a Roma, una corsa non competitiva che con ‘un passo dopo l’altro, insieme, dice No alla violenza sulle donne’.
Un’altra iniziativa è quella del gruppo Farmaciste Insieme Sicilia, che, in collaborazione con il Centro Antiviolenza Le Onde ETS, ha promosso una serata di solidarietà, Christmas Charity Dinner, che si terrà giovedì 11 dicembre presso La Cuba (Palermo) a sostegno delle donne che affrontano situazioni di violenza.
Federfarma Verona ha portato nelle scuole veronesi il Progetto Mimosa con interventi formativi rivolti agli studenti delle classi IV e V delle superiori. Nel mese di novembre gli incontri si sono svolti presso l’Istituto Lavinia Mondin e l’IISS Copernico Pasoli, nell’ambito del programma 2025 delle iniziative a cura del Comune di Verona contro la violenza sulle donne. «La farmacia accoglie e offre una risposta sanitaria professionale a tutti, ma quando si parla di soggetti deboli si attivano anche aiuti di carattere sociale, come nel caso del “Progetto Mimosa”» ha spiegato Elena Vecchioni, presidente Federfarma Verona «La farmacia in questo caso diventa il tramite tra le donne che si rivolgono a noi e le associazioni a loro tutela sul territorio veronese. Le nostre porte sono sempre aperte, non chiediamo documenti di identità e offriamo tutta la nostra disponibilità nella lotta agli abusi sulle donne». Andare nelle scuole e relazionarsi direttamente con i giovani «è molto proficuo perché il messaggio arriva in maniera diretta, anche grazie alle domande che i ragazzi ci rivolgono – spiega Nadia Segala, consigliere Federfarma Verona e referente “Progetto Mimosa”- È fondamentale, inoltre, che siano presenti ai nostri incontri anche gli studenti maschi, perché la tutela delle donne parte dalla correttezza degli uomini, meglio se giovani e giovanissimi. Rispetto, serenità, benessere sono gli elementi cardine di una relazione affettiva sana e quando cominciano le critiche negative, anche quelle più banali legate ad esempio all’aspetto fisico, oltre al fatto che spesso degenerano in violenza, si creano nella vittima delle ferite psicologiche, talvolta perduranti tutta la vita. Vogliamo lanciare un messaggio di monito, ma anche uno positivo: tutti traggono vantaggio dalle relazioni sane, anche gli uomini. Ed è per questo che il “Progetto Mimosa” si rivolge oltreché alle donne, ai soggetti maltrattanti che desiderano uscire dalla spirale della violenza, qualunque essa sia».




