L’Italia continua a essere tra i Paesi europei più esposti al fenomeno dell’antibiotico-resistenza. In occasione della Giornata europea degli antibiotici del 18 novembre, l’Aifa ha diffuso un aggiornamento che richiama l’urgenza di interventi più incisivi: il nostro Paese registra circa 12mila morti l’anno e mantiene consumi di antibiotici ancora del 10% superiori alla media Ue, nonostante un lieve miglioramento rispetto al 2023.
Secondo i dati Ecdc rilanciati dall’Agenzia, nel 2024 in Italia si registrano 22,3 dosi giornaliere per mille abitanti, lontane dal target europeo dei 17,8 previsto per il 2030. Resta elevato anche l’uso di antibiotici ad ampio spettro: il rapporto tra ampio e ristretto è 9,3, contro una media europea di 4,6. Crescono, inoltre, le infezioni da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, oggi a 9,29 casi per 100mila abitanti, in aumento rispetto al 2019.
In controtendenza le batteriemie da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, per le quali l’Italia ha già raggiunto il target fissato per il 2030, mentre risultano in calo – seppur non sufficiente – le infezioni da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione.
Anche gli ospedali presentano indicatori non pienamente allineati agli obiettivi europei: il consumo è di 1,91 dosi giornaliere per mille abitanti (media Ue 1,67), con un ricorso agli antibiotici “Reserve” pari al 6%, anch’esso sopra la soglia europea.
Nel 2025 Aifa ha introdotto una misura rilevante per favorire l’accesso alle terapie più innovative: nove antibiotici attivi contro infezioni multiresistenti sono stati inclusi nel Fondo per i farmaci innovativi, con 100 milioni di euro dedicati e monitoraggio tramite i registri dell’Agenzia. Il secondo bando 2025 per la ricerca indipendente destina 20 milioni all’antimicrobico-resistenza, con focus su nuove combinazioni terapeutiche, strumenti diagnostici rapidi e strategie innovative per migliorare l’efficacia degli antimicrobici.
Il Presidente di Aifa Robert Nisticò ha commentato: «è fondamentale impegnarci tutti per salvaguardare questo prezioso strumento di salute che sono gli antibiotici. L’approccio deve essere One-Health, agendo nella direzione comune di un uso appropriato in ambito umano, veterinario e zootecnico e sostenendo la ricerca, soprattutto quella indipendente».




