Consumi sostanzialmente stabili, spesa in aumento e un crescente peso dei farmaci legati alla salute mentale e al controllo del peso: è il quadro che emerge dal Rapporto OsMed 2024 sull’uso dei medicinali in Italia, pubblicato dall’Aifa e presentato a Roma. L’Agenzia fotografa un Paese che assume in media 1,9 dosi di farmaci al giorno (1.895 dosi ogni 1.000 abitanti), ma dove la spesa complessiva supera i 37,2 miliardi di euro, in crescita del 2,8% rispetto al 2023.
Il 72% dei costi è a carico del Servizio sanitario nazionale che ha sostenuto rimborsi per 26,8 miliardi di euro (+7,7%), mentre la spesa privata – ticket, acquisti diretti e differenze di prezzo – si attesta a 10,2 miliardi.
Il territorio resta il perno dei consumi
Oltre 13,7 miliardi di euro sono stati destinati alla spesa territoriale pubblica, in aumento del 5,1%. I farmaci cardiovascolari, gastrointestinali e per il sangue restano le categorie più utilizzate, ma a incidere di più sulla spesa pubblica sono antitumorali e immunomodulatori, per un totale di 8,2 miliardi di euro.
Sul fronte delle farmacie, si conferma la tendenza dei cittadini a non rinunciare al farmaco di marca, soprattutto nel Mezzogiorno, dove la quota di compartecipazione resta più alta. Cresce invece il mercato dei farmaci senza ricetta, con un aumento degli acquisti di SOP e OTC, mentre i generici rappresentano il 23,5% della spesa e il 31,6% dei consumi: un dato in crescita, ma che mantiene l’Italia lontana dai livelli europei.
Psicofarmaci in età pediatrica: consumi raddoppiati in meno di dieci anni
Il capitolo più delicato del Rapporto riguarda la salute mentale dei più giovani. Nel 2024, circa la metà dei bambini e adolescenti ha ricevuto almeno una prescrizione; tra i farmaci del sistema nervoso centrale si osserva un incremento del 4,1% dei consumi. In meno di dieci anni la prevalenza d’uso di psicofarmaci nei minori è più che raddoppiata: dallo 0,26% nel 2016 allo 0,57% nel 2024, pari a 1 minore ogni 175.
Le confezioni prescritte sono passate da 20,6 a 59,3 per 1.000 bambini, con un picco nella fascia 12–17 anni (1,17% dei ragazzi, 129 confezioni per 1.000). I farmaci più utilizzati sono antipsicotici, antidepressivi e psicostimolanti per l’ADHD.
Nonostante la crescita, l’Italia rimane molto al di sotto dei livelli di consumo di altri Paesi europei (Francia 1,61%) e degli Stati Uniti (oltre 24%). Su questo punto, l’ex presidente di Simpia (Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile) e direttore della Neuropsichiatria al Policlinico di Milano ha commentato al Corriere della Sera: «esiste il rischio di cadere nell’eccesso del ricorso alle medicine, come succede negli Stati Uniti, però siamo lontani mille miglia in termini di consumo».
Antidiabetici e farmaci per il peso: spesa in forte aumento
Gli antidiabetici continuano a trainare la spesa: nel 2024 i costi pubblici hanno superato 1,6 miliardi di euro (+13,2%), spinti dalla diffusione dei nuovi analoghi del GLP-1, delle gliflozine e delle gliptine.
Le gliflozine, entrate quest’anno nella convenzionata, registrano un aumento di spesa del 39,6% e dei consumi del 45,1%, mentre le gliptine, riclassificate da Pht a convenzionata, segnano un incremento di spesa del 35,5% legato al maggior costo medio per giornata di terapia (+40,3%).
La semaglutide, utilizzata anche a fini dimagranti, entra per la prima volta fra le molecole ai primi posti per spesa privata, con 55,3 milioni di euro di acquisti di fascia C e 21,8 milioni in fascia A. La voce “antiobesità” pesa dunque in modo crescente sulla spesa out of pocket.
Anziani e aderenza terapeutica
Il Rapporto dedica spazio anche all’aderenza nelle terapie croniche. Tra gli over 65, il 97,5% ha ricevuto almeno una prescrizione, con un consumo medio di 3,4 dosi giornaliere.
Il 68% degli anziani assume cinque o più farmaci, e uno su tre ne utilizza dieci o più; la politerapia cronica riguarda il 33,1% della popolazione anziana. Le terapie per ipertensione e prevenzione cardiovascolare mantengono i livelli di aderenza più alti, mentre restano critici antidepressivi e broncodilatatori.
Il Rapporto OsMed accende il dibattito sulla spesa farmaceutica
Il Presidente di Aifa Robert Nisticò ha definito il Rapporto «uno strumento fondamentale per orientare le politiche sanitarie e garantire un uso sostenibile delle risorse», sottolineando la necessità di «promuovere appropriatezza, aderenza e consumo dei generici» e di «rafforzare la tutela della salute mentale di bambini e adolescenti».
Il Direttore Tecnico-scientifico Pierluigi Russo ha ricordato che la spesa pro capite italiana, pari a 672 euro, «resta in linea con la media europea e tra le più basse per costo dei farmaci».
Secondo quanto riportato dall’ANSA, la presentazione non è stata priva di tensioni. Il Direttore Amministrativo Giovanni Pavesi, intervenendo al termine dell’incontro, ha espresso una posizione «un po’ in distonia con quanto presentato», invitando ad «affinare gli strumenti di controllo» dell’Aifa e avvertendo che, senza interventi sui tetti di spesa, «anche quello della convenzionata rischiamo di vederlo superato nel 2026».
Russo ha replicato definendo l’intervento del collega inopportuno: «Le domande più cattive le sta facendo il direttore amministrativo». Nisticò è intervenuto per ricomporre i toni, richiamando all’importanza del confronto come segno di trasparenza nella governance dell’Agenzia.




