La sostenibilità ambientale di un prodotto è un elemento sempre più importante per i consumatori, le aziende e i governi. Un prodotto sostenibile è un prodotto progettato, fabbricato, utilizzato e smaltito in modo da minimizzare il suo impatto sull’ambiente. Un processo che copre l’intero ciclo di vita del prodotto, dall’estrazione delle materie prime al suo smaltimento finale. Un esempio di up-cycling e circolarità è il nuovo progetto di Unifarco, Rigoni di Asiago (azienda produttrice di marmellate e confetture), Unired (spin-off di Unifarco), Università di Padova e Università di Venezia, che trasforma i residui dell’industria alimentare in preziose risorse per la produzione di estratti cosmetici efficaci e sostenibili.
Un altro passo verso una cosmetica più sostenibile
Il progetto – volto ad affrontare la sfida del cambiamento climatico e promuovere la sostenibilità nell’industria cosmetica – si è concentrato sul riutilizzo dei residui della produzione di marmellate e confetture, in particolare i semi e le bucce delle fragoline di bosco coltivate in regime biologico da Rigoni di Asiago, per trasformare i residui agroalimentari in estratti per l’industria cosmetica.
La fragolina di bosco è infatti ricca di semi contenenti oli preziosi per la cura della pelle, ricchi di acidi grassi insaturi come l’acido linoleico e linolenico, noti per le loro proprietà benefiche, tra cui la capacità di ridurre i processi infiammatori e prevenire la disidratazione cutanea.
«La ricerca rappresenta un passo significativo verso un’industria cosmetica più sostenibile trasformando i residui alimentari in risorse preziose per la cura della pelle», commenta Gianni Baratto, Science & Research Vice President Unifarco. «La collaborazione tra Unifarco e Rigoni di Asiago dimostra come l’innovazione e la sostenibilità possano andare di pari passo, contribuendo alla tutela dell’ambiente e al benessere dei consumatori. Con il giusto processo e ponendo attenzione in ogni fase agli aspetti qualitativi, anche un residuo può essere trasformato in una risorsa, uscendo dalla filiera che l’ha generato e rientrando in un’altra con un valore aggiunto».
L’estratto – ottenuto tramite un innovativo metodo implementato dal reparto ricerca e sviluppo di Unifarco che sfrutta l’anidride carbonica per mantenere la massima qualità degli ingredienti primari – è stato testato in laboratorio dimostrando la sua capacità di ridurre l’enzima 5α-reduttasi, implicato in vari disturbi della pelle come l’acne, la seborrea e l’alopecia androgenetica, aprendo la strada per diversi possibili utilizzi nel settore cosmetico e farmaceutico.
Il progetto si inserisce in un più ampio impegno di Unifarco per la valutazione dell’impatto ambientale dei prodotti e del loro intero ciclo di vita applicando criteri di misurazione riconosciuti dallo standard internazionale EPD (Environmental Product Declaration). L’azienda attua anche politiche di risparmio idrico dal 2022: grazie anche a un nuovo circuito di ricircolo dell’acqua impiegata nell’impianto di osmosi, sono diminuiti del 24,6% i prelievi complessivi dalla rete pubblica; mentre per l’irrigazione delle aree verdi, utilizzano acqua piovana che viene raccolta tramite apposite cisterne di accumulo.
Sul fronte imballaggi, Unifarco utilizza materiale riciclato e persegue con successo una politica di progressiva riduzione dell’incidenza per peso del packaging per unità di prodotto (pezzo) venduto. Inoltre utilizza energia elettrica certificata da fonti rinnovabili per l’attività produttiva. Tutte le emissioni di polveri, ossidi di azoto e solventi derivanti dai vari reparti produttivi sono gestite all’interno delle autorizzazioni rilasciate dagli organi di controllo. Nel 2022 è stata ridotta del 36% la quota di rifiuti avviata a discarica e continua a incrementare la quantità di essi avviata a riciclo.