La “sindrome del rientro”, in crescita anche a causa del Long Covid, i chili in più possono peggiorarla

La “sindrome del rientro”, in crescita anche a causa del Long Covid, i chili in più possono peggiorarla

Non è una patologia, ma una condizione che sperimentano molti di noi (e soprattutto molte, visto che sembra colpire con più frequenza le donne). È la “sindrome del rientro”, una risposta psico-fisica, caratterizzata da ansia, insonnia, irritabilità e stanchezza, che si prova al ritorno alla quotidianità dopo le vacanze. 

Secondo le stime della SIE (Società Italiana di Endocrinologia), ne soffre fino al 45% della popolazione con una frequenza che nelle donne è da 2 a 3 volte maggiore rispetto agli uomini.

«Un affaticamento che è in crescita anche a causa del long-covid che ha proprio la stanchezza profonda come sintomo principale. La sindrome da rientro ha in genere natura breve e transitoria e dura da un paio di giorni a una settimana» afferma Annamaria Colao, presidente di SIE.

E anche pochi chili in più (quei 2 famosi chiletti acquistati tra cene e aperitivi estivi) possono creare uno squilibrio ormonale che può peggiorarne i sintomi e allungarne la durata.

«Ci sono ormai numerose evidenze scientifiche che mostrano la presenza di un legame a doppio filo tra aumento di peso e ansia e depressione. In particolare, lo stato infiammatorio causato da un aumento di peso anche lieve, può creare uno squilibrio ormonale mandando in tilt il sistema che trasforma il progesterone in allopregnanolone, l’ormone del benessere e aumentando i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Questo, predisponendo ad ansia e stanchezza, oltre a peggiorare i sintomi della sindrome da rientro, in particolare l’affaticamento, ne può allungare la durata».

E se mantenere il peso-forma aiuta a superare più velocemente lo stress del rientro, si può fare qualcosa anche se ormai è già tardi e quei famosi 2,3 chili sono stati presi: «La prima regola è cercare di mantenere un buon ritmo sonno-veglia, rispettando il proprio orologio biologico: grazie a un’adeguata quantità di riposo e mantenendo orari regolari si possono recuperare le energie e si favorisce un buon equilibrio ormonale. Altrettanto importante la dieta, che deve essere varia ed equilibrata: assicurarsi energia non significa consumare troppi zuccheri, che al contrario possono accentuare la sensazione di stanchezza, ma seguire un’alimentazione ricca di frutta, verdura e cereali integrali. Fondamentale l’esercizio fisico: la stanchezza da sport è sana, regala endorfine che aumentano il buonumore e mantiene in forma evitando la spossatezza da chili di troppo, ma soprattutto muoversi con costanza nel lungo periodo regala energia, perché migliorano i processi metabolici e quindi l’utilizzo di energia da parte dell’organismo».

E last but not least: «Coltivare le relazioni con gli altri, perché le emozioni positive dal rapporto con familiari e amici migliorano l’umore e fanno sentire più pieni di energia».

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