La cosmetica nell’annus horribilis 2020: bene solo i prodotti per l’igiene e per la cura dei capelli

La cosmetica nell’annus horribilis 2020: bene solo i prodotti per l’igiene e per la cura dei capelli

Sono stati presentati il 20 aprile nel webinar organizzato da Cosmetica Italia “I numeri della cosmetica” i valori preconsuntivi del 2020.

Numeri che evidenziano come il mercato abbia subi­to importanti trasformazioni, conseguenza delle restrizioni e del distanziamento sociale che hanno impattato sugli acquisti e che hanno generato nei consumatori nuove modalità e abitudini, come la propensione per l’online anche in questo comparto. I numeri chiave che descrivono il 2020 del settore cosmetico sono di segno negativo, anche se meno critici di quanto inizialmente ipotizzato: il fatturato globale ha toccato i 10,5 miliardi di euro (quasi -13% rispetto al 2019), in calo anche i valori del mercato interno (circa -10%) e delle esportazioni (-16,7%).

A eccezione dell’e-commerce (+42% rispetto al 2019), tutti i canali distributivi hanno subito delle contrazioni in confronto all’esercizio precedente; in alcuni casi, come nei canali professionali, condizionati dalle ripetute chiusure (acconciatura -28,5% ed estetica -30,5%), si è trattato di cali particolarmente consistenti.

I consumi di cosmetici hanno registrato un andamento negativo trasversale, fatta eccezione delle famiglie di prodotto che hanno caratterizzato, e stanno contraddistinguendo, l’attraversamento della crisi da Covid-19: si tratta dei prodotti legati all’igiene corpo (+6,3%), alla cura dei capelli (+3,9%) e all’igiene orale (+1,4%).

In particolare, gli andamenti più significativi in termini di crescita sono emersi tra saponi liquidi (+35%), coloranti e spume coloranti per capelli (+30,4%) e prodotti depilatori (+5,3%).

A causa dei condizionamenti nella socialità e nelle abitudini legate alla vita professionale e personale (smartworking), i cali più importanti si sono riscontrati invece nella categoria della profumeria alcolica (-21,5%) e nelle diverse tipologie di make-up; particolarmente significative sono le performance negative di correttori guance, fard e terre (-28,7%), fondotinta e creme colorate (-29%) e rossetti e lucidalabbra (-35,8%).

Che cosa succederà nel 2021, un anno ancora sicuramente ancora impattato dalla pandemia, seppur si spera in maniera minore?

«Delineando uno scenario di previsione per il 2021, al momento possiamo ipotizzare due differenti curve di andamento: una ottimistica e una pessimistica, ovviamente legate all’evoluzione della pandemia. Lo scenario più ottimistico propone una crescita, a fine 2021, di quasi nove punti percentuali, mentre lo scenario più pessimistico evidenzia una più rallentata crescita di poco superiore ai cinque punti percentuali – evidenzia Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Cosmetica Italia – L’indagine flash sul sell-in nei primi tre mesi 2021 ricalca lo schema della medesima analisi proposta per tutto il 2020, confermando la evidente ripresa, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche se i livelli di crescita fanno supporre un ritorno ai valori pre-crisi non prima del 2022».

Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, ha ricordato le azioni messe in campo nella fase emergenziale e la necessità di una ripartenza a breve come autorizza a sperare il decreto previsto per il 26 aprile: «Fin dallo scoppio dell’emergenza sanitaria il settore ha offerto il proprio contributo attraverso numerose azioni: dalla donazione di detergenti e igienizzanti, alla conversione di intere linee produttive, alla raccolta di fondi per le strutture sanitarie. Cosmetica Italia stessa ha collaborato con istituzioni, imprese associate e operatori del settore per garantire l’accesso ai prodotti cosmetici e di igiene personale e la continuità dei servizi di cura della persona. La cosmesi è e vuole continuare a essere un’industria che fa bene al Paese: è necessario ripartire, rispondendo in sicurezza alla richiesta di benessere della popolazione, ma al contempo potendo contare su un contesto di stabilità su cui poter costruire la ripresa».

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