Cinque anni dopo la pandemia, il mondo appare ancora più fragile e complesso, segnato da guerre, tensioni commerciali e crisi geopolitiche. In questo contesto il “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” – di cui è stata presentata l’anteprima digitale martedì 9 settembre– analizza come gli italiani vedono la situazione mondiale, quali le scelte che sono pronti a compiere e quelle che quotidianamente fanno. In uno scenario di instabilità e di risparmio economico, cambia il rapporto con il cibo e il controllo del peso diventa una abitudine.
Uno scenario mondiale turbolento
Il mondo negli ultimi decenni, non è mai stato così turbolento e pericoloso come oggi: aumentano le guerre e la spesa militare, si chiudono le frontiere e cambiano i rapporti di forza tra le potenze. Per la prima volta, viene messa in discussione la leadership americana, che ha plasmato il mondo nell’ultimo secolo, a tutto vantaggio delle potenze asiatiche e del Sud del mondo. In questa inedita contesa per la leadership del mondo post-americano, gioca un ruolo dominante la tecnologia per il controllo dello spazio e per lo sviluppo dell’AI considerata da molti come un moltiplicatore del futuro progresso economico e sociale.
Italiani preoccupati della situazione instabile
La preoccupazione è il nuovo mood degli italiani. Abbandonata l’imperturbabile serenità e la fiducia caparbia che avevano ostentato negli anni difficili della pandemia e del post-Covid, negli ultimi mesi, gli italiani sembrano aver intuito i molti rischi dello scenario e vedono allungarsi un’ombra sul loro domani.
Rispetto al 2022 cresce il timore (dal 20% al 39%), prende quota l’inquietudine (dal 24% al 37%) e l’allerta (dal 16% al 25%), mentre si riducono repentinamente serenità (dal 34% al 24%) e fiducia (dal 27% al 24%). Nel mindset degli italiani certo restano le difficoltà quotidiane e l’aspirazione a redditi più alti ma nell’immaginario collettivo è soprattutto la guerra a segnare la più ampia discontinuità (una buona metà dei nostri connazionali ha iniziato ad accettare la possibilità di un conflitto armato) e non stupisce che tra i diversi obiettivi di sostenibilità si affermino prioritariamente istanze di pace e diritti civili (64% degli intervistati) e quelle relative ad una maggiore attenzione e cura delle persone attraverso il contrasto alla fame e alla povertà e alle differenze e violenze di genere (lo chiede il 55%) anche sopravanzando la garanzia per tutti di un lavoro dignitoso e della riduzione delle disuguaglianze (62%) e gli stessi temi ambientali e del cambiamento climatico. Gli italiani sono al tempo stesso idealisti e pragmatici.
Sale la spesa complessiva, ma per necessità
Se è vero, infatti, che nel 2024 la spesa complessiva delle famiglie italiane è cresciuta del +0,5% rispetto a cinque anni fa, oltre la metà è assorbita dalle spese obbligate (abitazione, utenze domestiche, trasporti e cibo) e il risparmio persiste come driver primario di acquisto per il 42% degli italiani. Ad essere messa in discussione è l’essenza stessa della società dei consumi.
Al posto del piacere del possesso, l’Italia di oggi scopre il vero valore nelle esperienze di vita, acquista solo le cose indispensabili, ama il second hand e ripara gli oggetti piuttosto che sostituirli. E anche quando torna a spendere in acquisti tecnologici (16,5 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi, +1,2% su base annua) lo fa privilegiando l’utilità alla gratificazione e meno elettronica di consumo (gli acquisti annui di smartphone si riducono di 2 milioni di unità rispetto al 2022).
Meno ristorazione, più spesa nella GDO
Infine, in un momento di convulsi cambiamenti, muta ancora il rapporto degli italiani con il cibo. I consumi e le preparazioni alimentari tornano innanzitutto nella sfera domestica. Nei primi 6 mesi del 2025 la spesa per la ristorazione fuori casa cala di un -2,2% rispetto al 2024 e un italiano su 3 vi rinuncerà ulteriormente nei mesi a venire. Contestualmente si registra una ripresa importante nei carrelli della spesa, con le vendite nella grande distribuzione che, nei primi sei mesi del 2025, fanno registrare una crescita su base annua, rispettivamente, del +3,8% a valore e del +2% a volume.
La dieta diventa la norma
Il rapporto cambia anche perché la dieta smette di essere eccezione e diventa norma. Quasi 16 milioni di adulti tra i 18 e i 65 anni seguono un regime alimentare controllato: ogni pasto si trasforma in esercizio di misura e consapevolezza, in cui gusto e benessere si intrecciano con lo stile di vita. Non è sempre il medico a dettare la linea, infatti molti si affidano all’intuito, ad amici o personal trainer. Più della metà pratica sport, quasi la metà modifica consapevolmente il proprio regime alimentare, e oltre un quarto ricorre a integratori naturali per sostenere energia e metabolismo.
La trasformazione non si ferma al piatto: nel 2025 una nuova frontiera si affaccia, quella del GLP-1, l’ormone naturale che regola glicemia e metabolismo. Nato in ambito farmaceutico per la cura del diabete, oggi si impone come strumento di controllo del peso e, indirettamente, di ridefinizione delle abitudini alimentari. Negli Stati Uniti la diffusione dei farmaci a base di GLP-1 ha modificato la spesa alimentare, riducendo zuccheri e carboidrati raffinati, aumentando frutta, verdura e proteine. Effetti collaterali positivi si registrano anche su altri fronti: meno farmaci per dormire, meno rimedi di sostegno alla salute. In Italia il fenomeno è solo agli inizi, ma già significativo: il 14% degli adulti dichiara di considerare l’uso di questi farmaci per il controllo del peso. Una platea potenziale di oltre 5 milioni di persone. Non si tratta di un dettaglio, ma di una vera svolta culturale.