Quasi cinquecento farmacie che gestiscono un fatturato di oltre 500 milioni di euro all’anno, spesso uniche realtà a investire anche in territori periferici e meno abitati, ma che sono in grado di garantire un presidio sanitario capillare: questa la fotografia delle Comunali in Lombardia nello studio di Confservizi Lombardia – presentato a Milano in occasione della Giornata internazionale del farmacista il 25 settembre 2025 – la prima ricerca di settore “Le farmacie comunali in Lombardia. Dinamiche attuali e prospettive future”.
Presidio fondamentale per le comunità lombarde
Lo studio di Confservizi Lombardia, realizzato in collaborazione con KPMG, rivela per la prima volta la vera dimensione delle farmacie comunali lombarde: 468 farmacie comunali sulle 3000 lombarde e ben radicate nei territori, infatti in Brianza una farmacia su 4 è comunale. Le farmacie comunali rappresentano il 15,5% dell’intera rete farmaceutica regionale, distribuite in 239 Comuni e gestite da ben 201 enti diversi. Il 90% sono classificate come ‘urbane’ (in Comuni con oltre 5.000 abitanti), mentre il restante 10% sono rurali. Di queste, 48 farmacie sono classificate come ‘rurali sussidiate’, in quanto situate in Comuni con meno di 3.000 abitanti.
«Abbiamo voluto individuare strumenti e strategie che possano supportare chi gestisce le farmacie comunali nello sviluppo di modelli organizzativi in grado di rispondere alle nuove esigenze di oggi e di domani e chiediamo ai Sindaci della Lombardia a valutare dove ci sono sedi vacanti» ha spiegato Giuseppe Viola, Direttore generale di Confservizi Lombardia. Le farmacie Comunali sono realtà caratterizzate da solidità economica e forte liquidità finanziaria, ma che devono fare i conti con una serie di ostacoli. Il convegno, infatti, è stato anche occasione per discutere delle criticità che le farmacie comunali -presidio fondamentale per le tante comunità lombarde in cui sono presenti- si trovano ad affrontare, a partire dall’eccessiva burocrazia del Codice degli appalti che rappresenta un fardello difficile da superare, alla carenza di personale, ma anche delle opportunità date dalle sinergie tra aziende, tra farmacie di diversi territori per ottenere economie di scala, per migliorare le competenze del proprio personale.
Sono stati valutati anche gli scenari futuri: sono 198 i Comuni in cui potenzialmente nei prossimi anni si potrà aprire una farmacia, ma si dovrà fare i conti con il problema -peraltro generalizzato – del personale: un decremento dei laureati in farmacia del 20% negli ultimi anni (erano più di 5000, ora 4000 all’anno) e un turnover fortissimo: la maggior parte delle farmacie interpellate hanno 1 o 2 posizioni di ricerca personale aperte. Per trattenere i farmacisti, lo studio evidenzia buone prassi per reclutare, formare personale competente e mantenerlo, con al centro la formazione.
Importante l’esperienza delle reti di imprese: 12 aziende hanno creato i primi modelli di collaborazione farmaceutica pubblica, gestendo insieme 45 farmacie con risultati superiori alla media nazionale. Le reti hanno centralizzato acquisti per milioni di euro, procedure unificate e creato i primi “network” pubblici in grado di competere con i privati.