Il 25 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Farmacista, in un momento in cui in Italia la professione attraversa una fase complessa, segnata dalla contrattazione per il rinnovo del Ccnl e dalla carenza di personale nelle farmacie. Un appuntamento annuale, quello della Giornata Mondiale del Farmacista, adottato dal Consiglio della FIP in occasione del Congresso Mondiale di Farmacia e Scienze Farmaceutiche del 2009 di Istanbul. Lo scopo della Giornata Mondiale del Farmacista della FIP è quello di incoraggiare attività che promuovano e sostengano il ruolo del farmacista nel migliorare la salute in ogni angolo del mondo. Il Tema della Giornata 2025 è “Pensa alla salute, pensa al farmacista”.
Una farmacia senza farmacista è un rischio per la salute
«Mentre il mondo si trova ad affrontare crescenti richieste di assistenza sanitaria, incertezza economica e minacce crescenti come la resistenza antimicrobica e il cambiamento climatico, i farmacisti rimangono fondamentali per garantire un’assistenza sanitaria sicura, conveniente e accessibile» ha dichiarato Paul Sinclair, presidente di FIP, presentando il tema di quest’anno. «Dal miglioramento dell’alfabetizzazione sanitaria alla somministrazione di vaccini, fino alla garanzia dell’uso sicuro dei farmaci, i farmacisti sono una parte indispensabile dei nostri sistemi sanitari, soprattutto nelle comunità svantaggiate». La carenza di personale e le pressioni finanziarie in molti paesi hanno portato a tendenze preoccupanti con lavoratori non professionisti che a volte ricoprono ruoli in farmacia, prosegue Sinclair: «una farmacia senza farmacista è un rischio per la salute», ha avvertito Sinclair. «Misure così miopi minacciano la sicurezza, la qualità e l’efficienza dell’assistenza. Investire in farmacisti qualificati non è solo una spesa più oculata, ma anche un impegno per la fiducia del pubblico e per ottenere risultati migliori».
Specializzazione e passione
Secondo la Fip la Giornata Mondiale del Farmacista 2025 è “un’opportunità per far sentire forte e chiara la nostra voce unita”. Per l’occasione, PharmaRetail ha chiesto a tre protagonisti della professione di raccontare cosa significa essere farmacista oggi: Rachele Aspesi, titolare, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Varese, membro del CdA dell’Enpaf, Leyla Bicer, farmacista collaboratrice, ma anche pharmainfluencer (@la_bicer) con 128mila follower, Francesco Zaccariello, amministratore delegato di eFarma.com by Atida.
«Essere farmacista oggi significa vivere la professione in una prospettiva diversa rispetto a 18 anni fa, quando ho iniziato. Oggi servono specializzazione e la capacità di valorizzare il proprio ruolo. Noi siamo i professionisti del farmaco e di tutto quello che può essere utilizzato a corollario della salute, come l’integrazione o la dermocosmesi» ci ha spiegato Aspesi «Specializzazione è la parola chiave che fa la differenza rispetto ad anni fa nel lavoro in farmacia. Ciascuno deve farlo secondo la propria peculiarità. Penso per esempio al farmacista esperto di galenica, attività che oggi fa la differenza per tante farmacie, o a chi si dedica a tutti i servizi, dalle vaccinazioni alla telemedicina, o ancora gli esami proposti in affiancamento al reparto dermocosmetico. C’è poi il tema dell’integrazione alimentare, la nutraceutica, l’educazione alimentare». E, aggiunge Aspesi «proprio la ricerca di una specializzazione probabilmente porterebbe anche i giovani farmacisti di oggi ad avere una visione diversa della professione, al di là dei problemi che – non si può negare- ci sono e portano ad una perdita di passione nei giovani: ci troviamo ad affrontare il rinnovo del contratto, ma anche orari difficili da gestire nell’equilibrio con la vita privata».
Serve competenza e intelligenza emotiva
Secondo Leyla Bicer, «Oggi il farmacista deve essere un professionista più preparato rispetto a qualche anno fa: aggiornato, curioso e con la volontà di approfondire continuamente nuovi temi e prodotti. Deve rimanere al passo con gli ultimi trend, le ultime scoperte perché i pazienti/clienti sono sempre più aggiornati, da fonti diverse, compresi i social». Il farmacista oggi «è un professionista che non può più essere quello che era già solo 5 anni: deve essere cosciente della propria posizione e dell’importanza che comunque ancora abbiamo perché siamo e restiamo il primo punto di contatto per la salute delle persone, sempre aperto h24». E prosegue ricordando che «Le persone possono venire da noi senza appuntamento in qualsiasi momento della giornata e avere un consiglio personalizzato, la risoluzione di un dubbio o un problema di salute, grazie a tutte le nostre competenze». Competenze che, secondo Bicer «devono comprendere nozioni che non sono state insegnate all’università, tra cui marketing e comunicazione nonché conoscenze di intelligenza emotiva perché il contatto diretto col paziente passa anche dalla gestione dell’emotività così al banco, come sui social dove bisogna saper arrivare nonostante il mezzo virtuale».
Le tecnologie saranno sempre più determinanti
Il farmacista «è una figura professionale in continua evoluzione, molto cambiata nel corso degli ultimi 20-30 anni: il farmacista di una volta era un preparatore, è diventato poi dispensatore, e con la spinta del Covid, è entrato nel mondo dei servizi e nelle erogazioni di prestazioni come la somministrazione di vaccini» ha spiegato Zaccariello. È sempre più diffusa anche «la figura di un farmacista libero professionista, presente in diverse realtà: farmacie private, parafarmacie, corner nella grande distribuzione, gruppi di farmacie; ma anche farmacisti che sono area manager e coordinano altri farmacisti o gruppi di farmacie». La professione «oggi si confronta con la tecnologia e il farmacista deve saper parlare e comunicare anche con l’intelligenza artificiale, strumento che ritengo essere una grande opportunità per far evolvere e migliorare la qualità e la professionalità. In questo senso, le sfide sono tante sia dal punto di vista professionale che anche dal punto di vista poi contrattuale» e – ha concluso Zaccariello – «per un cliente che è sempre più esigente, sicuramente la parte di specializzazione, formazione e supporto della tecnologia sarà sempre più determinante».
Di nuovo ferme le contrattazioni
Intanto, alla vigilia del 25 settembre, Federfarma ha dichiarato di aver sospeso le contrattazioni con i lavoratori. Alfredo Procaccini, vice-presidente di Federfarma e capodelegazione nelle trattative, in una intervista a Filiodiretto ha dichiarato: «La notizia dello sciopero indetto il 26 settembre dai sindacati territoriali Filcams – Cgil, Fisascat – Cisl e Uiltucs della Regione Sardegna è intervenuta in un confronto che si era riaperto mettendo in dubbio la validità del percorso avviato. Tale decisione, infatti, non tiene conto dell’evoluzione che ha avuto il confronto in questi mesi con l’obiettivo di arrivare a una positiva prosecuzione e conclusione della trattativa. Federfarma, per fare chiarezza, si è vista costretta a sospendere gli incontri in questione».