Rinnovo del CCNL, prime piazze e nuove frizioni nel confronto tra sindacati e Federfarma

Rinnovo del CCNL, prime piazze e nuove frizioni nel confronto tra sindacati e Federfarma

Dopo l’annuncio della mobilitazione da parte di Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS, la protesta dei farmacisti dipendenti è scesa in piazza. Il 17 ottobre a Cagliari si è tenuto il primo sciopero regionale, con presìdi davanti al Consiglio regionale e una ampia partecipazione di lavoratori delle farmacie private. Le organizzazioni sindacali hanno ribadito le proprie richieste per il rinnovo del Contratto collettivo, scaduto da oltre due anni: un incremento salariale di circa 360 euro lordi, a fronte dell’offerta di 180 euro proposta da Federfarma.

A distanza di pochi giorni, il confronto si è ulteriormente irrigidito con la nota diffusa il 20 ottobre dal Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (Mnlf), che accusa Federfarma di voler avviare negoziazioni con sigle diverse da quelle confederali. Secondo il Movimento, si tratterebbe di “un’operazione di dumping contrattuale pensata per tutelare le imprese a scapito dei professionisti”. Il documento richiama anche l’accordo siglato lo scorso 17 giugno con UGL Terziario, interpretato come un precedente in questa direzione.

Il Mnlf sottolinea inoltre che l’offerta economica avanzata “non coprirebbe nemmeno la metà della perdita di potere d’acquisto maturata dai farmacisti dipendenti negli ultimi quindici anni”, invitando a riconoscere il ruolo svolto dai professionisti durante la pandemia e nella gestione quotidiana della farmacia.

Dal lato datoriale, Federfarma mantiene la disponibilità a un rinnovo del contratto, ma richiama la necessità di garantire la sostenibilità economica delle farmacie, in particolare di quelle di piccole dimensioni. Le sigle sindacali confermano lo stato di mobilitazione e valutano nuove iniziative nelle prossime settimane, mentre la trattativa nazionale rimane sospesa.

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