A Lecce nasce un “patto” tra cooperative e titolari

Davanti alle difficoltà della crisi, farmacie e grossisti trovano una convergenza imperniata sulla fedeltà dei titolari alle loro cooperative e, dall'altro lato, sul supporto di queste ultime alla farmacia dei servizi

A Lecce nasce un “patto” tra cooperative e titolari

Le cooperative sostengano i titolari nello sviluppo della farmacia dei servizi e i titolari accrescano la fedeltà alle proprie cooperative. Eccoli i termini del “patto” abbozzato dai farmacisti della distribuzione intermedia e finale a Lecce, dove giovedì e venerdì il mondo della farmacia si è dato appuntamento per il convegno di Federfarma Servizi sui nuovi modelli organizzativi della sanità. «Il nostro settore sta attraversando un periodo di crisi profonda» ha ricordato il presidente delle cooperative della distribuzione «di cui sono testimonianza i tentativi maldestri di alcuni distributori di rialzare una marginalità ridotta al lumicino. Se poi a questo aggiungiamo le difficoltà crescenti di recuperare dalle farmacie socie i nostri crediti, si ha un quadro fedele della difficoltà del momento». I titolari di farmacia, peraltro, non possono fare a meno delle cooperative: «Dobbiamo mettere in piedi la farmacia dei servizi per afferrare le opportunità della deospedalizzazione e della territorializzazione della Sanità» ha detto al convegno la presidente di Federfarma, Annarosa Racca «ma per far attecchire i servizi nelle farmacie abbiamo bisogno del contributo delle cooperative, perché da soli i titolari non possono farcela. Ed ecco allora il “patto” che da qui in avanti dovrà legare farmacisti della distribuzione e delle farmacie: «non ha più senso che i titolari si servano da 5 o 6 grossisti contemporaneamente» ha osservato a chiare lettere Racca «ne bastano un paio e da quelli ci si deve servire per poter poi ricevere servizi e supporto». Rapporti nella filiera a parte, a Lecce si è anche fatto l’elenco di tutte le altre cause della dificcile congiuntura che sta attraversando il comparto. C’è per esempio un federalismo sanitario che allarga le differenze tra gli assistiti attraverso una progressiva differenziazione della distribuzione farmaceutica, in primis la diretta. E c’è l’esclusione del territorio dai farmaci innovativi, monopolio di ospedali e strutture pubbliche a dispetto della realtà data dalla spesa farmaceutica. Le soluzioni? Innanzitutto l’istituzione dei Leaf, i Livelli essenziali di assistenza farmaceutica, per ridare omogeneità nazionale alla distribuzione del farmaco. E poi l’agognata riforma della remunerazione, che dovrebbe togliere ad Asl e Regioni ogni alibi sulla convenienza della diretta. «»Abbiamo un paio di mesi prima della riapertura del tavolo con il Ministero sulla remunerazione» ha detto in chiusura la presidente Racca «la filiera del farmaco si confronti per andare a quel tavolo con una proposta finalmente unitaria».

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