Ambiente, consumatore sempre più “sensibile”

Ambiente, consumatore sempre più “sensibile”

Aumenta progressivamente la sensibilità degli italiani per le tematiche ambientali e il consumo responsabile, anche se a velocità differenti per regione e per singolo problema. E’ la fotografia proveniente dall’Istat, che ieri ha pubblicato il suo ultimo Rapporto su comportamenti e opinioni degli italiani in materia di ambiente. Lo studio, basato su dati 2012, offre un ritratto della popolazione italiana che letto in filigrana offre spunti fecondi per intuire sensibilità ed emotività del consumatore medio verso la cosiddetta “green economy”. Per esempio sono circa un terzo (il 34,2%, ma nel Nord-est diventano il 39% e al Sud calano al 27%) i cittadini che si aspettano dal mondo delle imprese un impegno deciso a favore dell’ambiente: è una fetta di pubblico da tenere in considerazione nel momento in cui la farmacia volesse selezionare la propria offerta mettendo in primo piano marchi e fornitori che su questo fronte hanno saputo distinguersi per specifiche scelte produttive o commerciali.
Di poco più ampia (ma ancora insufficiente rispetto agli standard di altri paesi occidentali) è la percentuale di italiani che dichiara di leggere le etichette dei prodotti alimentari: sono il 39%, in leggera crescita rispetto a un’analoga ricerca condotta dall’Istat nel ’98 (32%). Si denota invece un’attenzione più spiccata ad altri comportamenti “virtuosi”: il 68% dice di fare attenzione a non sprecare l’acqua e il 46% evita di lasciare la luce accesa inutilmente, due abitudini in netta crescita visto che nel ’98 erano – rispettivamente – il 54% e il 45%.

Più in generale, il Rapporto dell’Istat rivela che la sensibilità per le tematiche ambientali cresce all’aumentare dell’età. I giovani, 14-24enni in particolar modo, mostrano disinteresse per beni pubblici come l’acqua (solo il 44% evita sprechi). L’indifferenza per l’origine e composizione dei prodotti utilizzati è invece un comportamento che accomuna i giovanissimi ai più anziani (leggono gli ingredienti sulle etichette dei prodotti solo il 23,9% dei 14-24enni e il 28,3% degli ultra 74enni), così come la disattenzione nei confronti dell’adozione di comportamenti di guida rumorosi. Gli anziani,invece, mostrano un’attenzione maggiore agli sprechi di acqua (73% tra 75enni e oltre) e di energia elettrica (51%),  così come alla sporcizia di strade e marciapeidi (76%). Questa stessa sensibilità, peraltro, appare più diffusa tra la popolazione attiva (occupati o in cerca di occupazione) e tra le persone più istruite. L’incidenza nella popolzione di coloro che controllano gli ingredienti dei prodotti alimentari, per esempio, arriva al 30,6% tra chi ha un’istruzione al massimo primaria e al 53% tra i laureati.

In netta crescita, infine, la fetta di famiglie che smaltisce i farmaci scaduti servendosi dei bidoni collocati nei pressi o all’interno delle farmacie: erano il 37% nel ’98, sono oggi quasi il 61%.

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