Articolo 62, per gli esperti nessuna abrogazione

Il ministero delle Politiche agricole e la società di consulenze Withers smentiscono il dicastero della Sviluppo: la norma del "Cresci-Italia" che tratta di cessioni nell'agroalimentare resta in pieno vigore

Articolo 62, per gli esperti nessuna abrogazione

L’articolo 62 del decreto “Cresci-Italia” sulle cessioni di prodotti agroalimentari rimane in vigore. Lo dicono a pochi giorni di distanza tra loro l’ufficio legale del ministero delle Politiche agricole e gli esperti di Withers, società di consulenze di dimensioni internazionali con oltre 750 avvocati sparsi nelle sue sedi in Europa e oltreoceano. Per entrambi non c’è stata nessuna «tacita abrogazione» dell’articolo da parte del d.lgs 192/2012 sui tempi di pagamento nelle transazioni commerciali, come invece aveva sostenuto un paio di settimane fa il ministero dello Sviluppo economico.
L’intervento più interessante è forse quello della Withers, perché nel suo parere riassume i punti di maggiore conflittualità tra le due leggi. Per cominciare, scrivono gli esperti della società, la 192/2012 prevede pagamenti a 30 giorni, mentre l’articolo 62 consente i 60 giorni per i prodotti non deteriorabili. La prima stabilisce che i termini decorrono dal ricevimento della fattura o della merce, il secondo dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura. La 192 autorizza l’estensione dei 30 giorni attraverso accordo tra le parti anche oltre i 60 giorni, l’articolo 62 prevede l’inderogabilità dei termini. Il d.lgs sancisce espressamente la nullità delle clausole contrattuali con esso contrastanti, la norma del “Cresci-Italia” non prevede forme di invalidità. La 192, infine, non commina conseguenze amministrative, l’articolo 62 invece stabilisce sanzioni pecuniarie (tra 500 ed 500.000 euro) a carico del cessionario che non paghi tempestivamente.
Come comportarsi allora in caso di vendite riguardanti prodotti dell’agroalimentare? Per i legali della Withers così come per quelli delle Politiche agricole, l’articolo 62 resta perfettamente vigente, sebbene rimangano irrisolti i dubbi sui campi di applicazione del provvedimento. E’ un discorso che, come noto, riguarda anche le farmacie, a tutela delle quali Federfarma avvierà a breve consultazioni con i principali operatori del comparto.
Intanto, rimane lo “scudo” del regolamento applicativo dell’Antitrust: approvato la settimana scorsa dal garante in via definitiva, esclude dall’ area di vigilanza dell’authority tutte le cessioni connotate da rapporti commerciali privi di squilibri significativi tra le parti. Dovrebbe essere il caso delle farmacie.

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