AstraRicerche: farmacie in cerca di profittabilità

Dall'indagine dell'istituto di ricerche demoscopiche la foto della dimensione commerciale della farmacia: i reparti dedicati ci sono, i servizi non sempre, ma a mancare è soprattutto la marginalità

AstraRicerche: farmacie in cerca di profittabilità

l primo posto si piazzano i cosmetici con il 59% delle farmacie, quindi integratori/fitoterapici con il 55% e, a buona distanza, i prodotti per l’infanzia con il 30% e gli omeopatici con il 26%. Eccola la classifica dei settori merceologici maggiormente trattati dalle farmacie secondo l’indagine condotta tra maggio e giugno da AstraRicerche su un campione di circa 500 titolari. Presentato venerdì scorso nella prima giornata di Farmadays, la manifestazione veronese dell’Utifar, lo studio ha cercato di scattare una foto della realtà commerciale della farmacia e del vissuto dei farmacisti rispetto al momento e all’andamento delle loro imprese. Non poteva che uscirne un’immagine dai forti contrasti: il 92% dei titolari, per esempio, dice di avere un reparto dedicato alla cosmesi, ma su questa categoria di prodotti il campione dichiara una profittabilità soltanto discreta. Peggio ancora per i prodotti per l’infanzia: c’è un reparto nell’83% delle farmacie ma la marginalità appare del tutto insufficiente alla maggioranza dei titolari.

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Forse incide il fattore specializzazione: circa la metà delle farmacie che dispongono di un reparto cosmetici mette in campo anche personale dedicato e formato, nel segmento infanzia invece soltanto il 13% circa dei titolari fa altrettanto. Ma i dati più deludenti arrivano dai servizi: quel modello di farmacia disegnato quattro anni fa dal d.lgs 153/2009 continua a rimanere un progetto di carta, perché finora in pochi hanno provato ad applicarlo. Certo, misurazione della pressione e di altezza/peso sono due servizi basici che vengono offerti da più del 90% delle farmacie, ma superata questa prima soglia i numeri cominciano a scendere vertiginosamente: autoanalisi del sangue, Cup e intolleranze alimentari sono erogate da poco meno della metà delle farmacie campione, l’analisi del capello è praticata dal 40% dei presidi, l’holter pressorio dal 30%, l’elettrocardiogramma dal 15%, la spirometria dal 5%. E contradditori sono anche i dati sulla “satisfaction”: per i titolari quasi tutti i servizi incontrano la soddisfazione e il gradimento del pubblico, ma in quanto a redditività il campione dà l’insufficienza a tutte le voci tranne i trattamenti estetici (discreta) e l’analisi delle intolleranze (appena sufficiente). Eppure, per l’83% dei titolari la fornitura di servizi diventerà nel tempo sempre più importante per le farmacie del territorio.

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