L’automedicazione responsabile nella riorganizzazione della sanità territoriale

L’automedicazione responsabile nella riorganizzazione della sanità territoriale

La pandemia da Covid-19 ha rivelato alcune criticità del sistema sanitario nazionale, in particolare l’organizzazione territoriale. Un sistema già alle prese con la gestione dell’aumento delle cronicità e dall’invecchiamento della popolazione. In questo periodo emergenziale, dunque, da più parti viene auspicata una riqualificazione delle attività di assistenza territoriale, con il fine di ottimizzare il governo della domanda di cure e l’organizzazione dei servizi socio-sanitari.

Tra le aree di ottimizzazione della collaborazione sul territorio, Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, propone, attraverso il progetto Self Care Generation, di aumentare l’educazione e la formazione del cittadino con lo scopo di aumentare il ricorso responsabile all’automedicazione. Scelta che può costituire un aiuto per lo svolgimento della professione dei medici di medicina generale e, allo stesso tempo contribuire, ad alleggerire la pressione economica sul Ssn.

Sinergie tra medicina generale e farmacia

«Il progetto Self Care Generation», ha spiegato Maurizio Chirieleison, residente di Assosalute «vede l’associazione impegnata a fianco dei giovani rappresentati del comparto, con il fine di valorizzarne l’identità e definendo insieme a loro, come emerso dalla prima fase di lavoro, un nuovo modello di co-gestione sui territori, partendo proprio dall’automedicazione».

La letteratura scientifica ha analizzato gli effetti di un potenziale switch di alcune categorie di medicinali attualmente dispensabili solo previa prescrizione medica a farmaci di automedicazione o Otc: è emerso che da questa potenziale modifica potrebbe scaturire un effetto positivo dovuto, da un lato, al risparmio di risorse economiche per il Ssn, e dall’altro al risparmio di tempo per i Mmg e per il cittadino/paziente stesso, che solo in minima parte verrebbe controbilanciato dall’aumento della spesa dei contribuenti, che rimarrebbe comunque al di sotto della media europea.

Questo passaggio sarebbe possibile contestualmente alla creazione di un modello di cooperazione funzionale tra le figure di maggiore prossimità al cittadino sui territori: i medici di medicina generale e i farmacisti. Questa sinergia valorizzerebbe entrambe le figure professionali e garantirebbe una migliore assistenza al cittadino. Il medico di medicina generale avrebbe più tempo da dedicare a pazienti fragili con patologie croniche o acute, mentre il farmacista, formato come consulente esperto per l’automedicazione, contribuirebbe significativamente ad alleggerire la pressione sul sistema. In questo contesto è di centrale importanza supportare l’educazione del cittadino al ricorso responsabile all’automedicazione.

Attraverso il progetto Self Care Generation, Assosalute propone la definizione di nuovi modelli di collaborazione tra i medici di medicina generale e i farmacisti. Da una indagine della associazione, infatti è merso che entrambe le categorie sarebbero favorevoli a incoraggiare un nuovo modello di cogestione sul territorio, in grado di liberare tempo e risorse e garantire ai cittadini un equo accesso all’assistenza, per la gestione dei piccoli disturbi. Inoltre, propone la creazione di nuove sinergie, oltre all’allargamento dell’offerta dei farmaci di automedicazione per concentrare le risorse laddove servono di più. Infatti, i farmaci di automedicazione rappresentano uno strumento a disposizione dei cittadini per gestire autonomamente – con il consiglio del medico e del farmacista – i piccoli disturbi di salute senza pesare sull’assistenza territoriale, in un’ottica di continuità assistenziale. 

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