Compliance, una sfida anche per la farmacia

Compliance, una sfida anche per la farmacia

Prima di tutto: compliance e aderenza alla terapia non sono la stessa cosa. Tiene a sottolinearlo Erika Mallarini, della Sda Bocconi, in apertura del convegno organizzato dall’Osservatorio consumi privati in sanità (Ocps) sul tema, appunto, della “Sfida della compliance”. «In realtà quest’ultima ha a che fare non soltanto con i pazienti che non seguono correttamente, per motivi vari, la terapia prescritta ma anche con le persone sane e con quelle con patologie non diagnosticate. Ci sono alcuni dati molto significativi da considerare. Il 46 per cento della popolazione italiana è in sovrappeso o obesa (Censis 2015), il 46 per cento dei malati cronici non è aderente alla terapia (Osmed 2015) e solo il 29 per cento degli italiani manifesta fiducia nei confronti del Servizio sanitario nazionale». Il discorso quindi è più ampio e attiene alla sostenibilità complessiva del sistema sanità, cui debbono partecipare per primi i cittadini, puntando sulla prevenzione, primaria e secondaria, sugli screening, al fine di ridurre in modo cospicuo le possibilità di eventi patologici. Il tutto anche attraverso l’adesione a qualche forma di assicurazione integrativa; già oggi sono circa nove milioni i nostri connazionali a usufruire di questa terza opzione, quella che non coinvolge né l’Ssn né la spesa privata. E la farmacia? Può fare molto. «Il ruolo del farmacista nella gestione del paziente è fondamentale», spiega Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte e del neonato network UniNetFarma. «In materia di aderenza alla terapia sono due le fasi su cui intervenire: l’utilizzo del medicinale e l’assunzione. Il paziente è un soggetto strano, per prima cosa non è convinto di essere malato, soprattutto il cronico e, di conseguenza, appena si sente meglio tende a sospendere la terapia. Ci sono poi casi limite come quelli della Bpco: si calcola che l’aderenza alla terapia per chi ne soffre non superi il 20 per cento. C’è ancora molto da fare, tra gli obiettivi prioritari quello di creare un’uniformità di comportamento tra specialisti, medici di medicina generale e farmacisti». E poi, fondamentale, l’aggiornamento del farmacista sulle patologie croniche; da tempo il Piemonte ha puntato sulla formazione del professionista che opera sul territorio coinvolgendolo nel Progetto Interateneo – Farmacia di Comunità ™. Un esempio da seguire.

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