Congresso Sifo: verso la definizione di strategie nazionali ed europee

Congresso Sifo: verso la definizione di strategie nazionali ed europee

Si è svolto a Roma, il 38° Congresso della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo). «Con oltre 600 abstract scientifici presentati e circa 200 relatori», ha sottolineato la presidente  Simona Serao-Creazzola, «si è confermato come un evento di altissima qualità scientifica, capace di richiamare l’attenzione delle istituzioni e della comunità medico assistenziale sul ruolo del farmacista del Ssn».


Gli scenari

Tra le diverse tematiche, al congresso si è analizzato il ruolo del farmacista ospedaliero in uno scenario di profondo cambiamento dell’oncologia, alla luce dei risultati dell’immuno-oncologia, della genomica e della medicina di precisione. «Il ruolo del farmacista ospedaliero rimane sempre quello di esperto del farmaco», ha dichiarato Emanuela Omodeo Salè, direttore del Servizio di farmacia dell’Istituto oncologico europeo-Ieo Ircss e coordinatrice dell’Area oncologia della Sifo, «che viene poi declinato nelle varie sfumature da quelle più cliniche di verifica di appropriatezza terapeutica e di formazione e informazione ai pazienti e operatori sanitari, a quelle correlate alla qualità delle prestazioni e alla loro sicurezza sia dal punto di vista della tracciabilità, della farmacovigilanza che dalle attività di preparazione. Senza poi dimenticare le attività correlate alla logistica come garanzia delle corrette modalità di conservazione e alla governance, impegnati nel difficile compito di garantire la sostenibilità tra costi e benefici. In questo scenario le competenze più che cambiare devono evolvere, come per tutte le professioni ad elevato contenuto scientifico, quali sono quelle sanitarie».

A parlare dei valori della farmacia ospedaliera in Europa, invece, sono stati una serie di rappresentanti di associazioni europee di farmacisti, tra cui soprattutto il presidente della Società europea dei farmacisti ospedalieri (Eahp), l’irlandese Joan Peppard. I »Principi Europei»  ha ricordato Peppard «sono frutto di un lavoro biennale e si muovono da due considerazioni fondanti: in primis che l’obiettivo dei servizi di farmacia ospedaliera è quello di ottimizzare i risultati clinici dei pazienti attraverso la cooperazione all’interno delle équipe mediche multidisciplinari per ottenere un uso responsabile dei farmaci in tutte le situazioni». Ne consegue che a livello europeo occorre «sviluppare e implementare linee guida per la pratica delle farmacie ospedaliere in base alle migliori evidenze scientifiche disponibili», ha concluso Peppard. «Queste linee guida includeranno l’impiego di risorse umane e criteri di formazione appropriati, e saranno supportate da sforzi su base nazionale per definire standard riconosciuti a tutti i livelli dei servizi di farmacia ospedaliera».

La figura del farmacista clinico «trova ancora troppo poco spazio applicativo nella pratica clinica», ha affermato Piera Polidori, presidente del Comitato scientifico del Congresso. «Sifo, dal canto suo, ha promosso diversi progetti per lo sviluppo del farmacista clinico in vari settori, quali l’oncologia e l’antimicrobial stewardship, e i risultati hanno dimostrato notevoli vantaggi clinici, di sicurezza ed economici favorevoli sia per i pazienti che per il Ssn». Attraverso l’implementazione degli statement, secondo Polidori, «si potranno attivare modalità di lavoro innovative, che migliorino la qualità e la tipologia dei servizi e l’appropriatezza delle cure, a beneficio dei pazienti e di tutto il Ssn». Il dibattito è stato dunque un primo passo verso la definizione di strategie nazionali ed europee che permetteranno di ottenere standard comuni e condivisi tra gli Stati europei e il riconoscimento della professione.

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