Contraffazione, furti di farmaci e rischi del web

Contraffazione, furti di farmaci e rischi del web

In Italia negli ultimi due anni il numero dei furti di farmaci negli ospedali è stato praticamente azzerato e se nel 2013 un camion rubato su cinque conteneva medicinali, con l’incremento dei controlli il fenomeno è quasi completamente rientrato, tanto che nel 2015 sono stati registrati solo quattro casi (3 per cento del totale). Tuttavia, permangono macrofenomeni a livello internazionale anche di contraffazione e il web, ampiamento utilizzato dagli italiani come fonte di approvvigionamento, rappresenta un vero e proprio rischio per la salute dei cittadini. Questi i temi trattati a Roma in occasione della Conferenza internazionale del progetto “Fakeshare II”, coordinato dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) e co-finanziato dal Programma “Prevenzione e lotta contro la criminalità” della Ce, che ha l’obiettivo di sviluppare iniziative per il contrasto del “crimine farmaceutico”, dalla vendita illegale di farmaci su internet alla produzione di prodotti falsificati, fino a furto e riciclaggio di medicinali.

«Il numero dei furti ospedalieri nel Bel Paese è crollato passando da 3-4 episodi a settimana nel 2012-2013 e primi mesi del 2014, fino praticamente ad azzerarsi da maggio 2014 a dicembre 2015», spiega Domenico Di Giorgio, direttore dell’ufficio Qualità dei prodotti e contraffazione dell’Agenzia italiana del farmaco. «I dati italiani confermano che il fenomeno è in piena regressione. Abbiamo registrato anche un calo dell’incidenza dei furti di farmaci su camion, dal 20 per cento al 3 per cento in due anni, mentre questo fenomeno nel resto dell’Europa è rimasto stabile. Con Fakeshare II abbiamo già esteso tutto il sistema dei controlli, che in Italia ha ridotto i furti, ad altri Paesi che prima non registravano il fenomeno».

Se da una parte l’Italia fa da apripista ad altri Paesi in materia di controlli, dall’altra gli italiani sono i primi in classifica per l’acquisto di farmaci su internet: una persona su 4 (26 per cento) compra medicinali dal web, senza tener conto del fatto che solo lo 0,6 per cento dell’offerta internet è legale. Questo ciò che si evince da un’indagine realizzata grazie alla collaborazione tra Aifa e Università La Sapienza di Roma e condotta in Italia nel 2015 che ha coinvolto 1.000 internauti over 18. Tra gli altri dati emersi si è visto che sempre più spesso gli acquisti avvengono a partire da una social network (13.51 per cento) dove i retailer del mercato della contraffazione si insinuano nelle conversazioni sui forum per andare a proporre “sostanze” che vengono spacciate come farmaci.

«È recente il caso del culturista di Foggia che ha perso la vita per aver assunto anabolizzanti illegali acquistati tramite il canale web – sottolinea il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Mario Melazzini – questo è un esempio che testimonia come il farmaco, laddove vengano meno quei requisiti indispensabili di qualità e sicurezza, rischi invece di diventare tutt’altro che uno strumento di difesa della salute».

È dunque necessaria più cautela nell’acquisto di farmaci tramite internet, anche perché «la radice di questi fenomeni criminali non possiamo eradicarla completamente – afferma Di Giorgio – l’enorme valore che hanno i farmaci e la differenza di prezzo che esiste nei diversi Paesi è una realtà che non dipende da noi e fa sì che tutti questi fenomeni predatori portino i prodotti soprattutto verso la Germania. Proprio per questo motivo la Germania sta ragionando su un possibile cambiamento di norme. Da quando hanno rafforzato i controlli anche loro si sono resi conto che di quanta “robaccia” entri nel Paese attraverso il canale internet».

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