Consumatore, luogo, servizio e prezzo. Sono questi i quattro volti del retail secondo quanto discusso in occasione dell’incontro Il futuro del retail fra crisi e progetti di espansione tenutosi a Milano nell’ambito del progetto “Retail Now”. Il mercato presenta oggi una forte polarizzazione tra insegne in difficoltà e altre che progettano una fase di espansione. «A livello europeo si assiste a una lieve ripresa, con aumento della spesa media del consumatore, grazie alla politica monetaria della Bce e al basso prezzo del petrolio», afferma Dario Righetti, partner Deloitte, commentando l’analisi Global Powers of Retailing del 2016. «Nonostante la crisi, l’Europa pesa per il 39 per cento del fatturato globale; certo restano da valutare le conseguenze della Brexit». In questo scenario il consumatore appare sempre più attento, informato, orientato all’uso dei social media e alla multicanalità, passando indifferentemente da acquisti off line a quelli su canali non tradizionali. Si sta modificando la relazione tra persona e luogo di acquisto, dove i fattori emozionali – musica, profumo -, avranno un ruolo sempre più significativo per trattenere il consumatore prima ancora che per attrarlo. Il temporary shop sarà sempre più usato dalle aziende di ogni settore merceologico come strumento di marketing non convenzionale che fa leva anche sugli aspetti di sorpresa, intrattenimento, esperienza. «E se il prezzo rappresenta un fattore centrale considerato specialmente per l’acquisto on line», precisa Mario La Viola, direttore marketing, Format Rete e Sviluppo del Gruppo Crai, «non sembra rappresentare il primo driver di scelta per un consumatore non più solo low-cost oriented ma value-oriented, alla ricerca cioè di un elevato rapporto qualità-prezzo, variabile da prodotto a prodotto, e di un servizio di valore con personale altamente qualificato».
Crisi e opportunità: quale futuro per il retail?
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