In Italia cresce del 10-12% la quota di 20-30enni che lamentano problemi di disfunzione erettile. «Quello che un tempo era un problema maschile tipico della quinta-sesta decade» spiega Vincenzo Mirone, segretario generale della Società italiana di urologia «si sta allargando a nuove categorie e l’età di tante diagnosi si abbassa». Le cause, per l’esperto, vanno cercate nello stress, nei problemi psicologici e nella dipendenza da alcol e droghe che affliggono i più giovani. «Dai circa 3 milioni di uomini (12,79%) colpiti da disfunzione erettile calcolati all’inizio degli anni Duemila» ricorda Mirone «stimiamo che i pazienti siano ormai saliti a 3,5-3,6 milioni, dei quali oltre 2 ancora orfani di terapia. Fra i 40-50 anni la malattia interessa il 10% circa degli italiani, passando al 40% fra i 60-70enni fino ad arrivare al 50% negli over 70. Ma negli ultimi anni emerge un quadro molto più variegato: da un lato gli anziani, ai quali in passato avere una vita sessuale sembrava un sogno, hanno iniziato a manifestare nuovi bisogni, dall’altro i giovani», Vittime di defaillance inattese che sfidano l’anagrafe, «molte volte di natura psicogena».
«Riconoscere questi nuovi malati» raccomanda l’esperto «è ancora più importante per strapparli dalle trappole del web, dove cresce il commercio di falsi farmaci online, e dello spaccio fuori dalle discoteche dove il traffico di pillole dell’amore “tarocche” alimenta un giro d’affari ormai superiore a quello della cocaina, secondo dati Nas che contiamo di presentare al più presto». Lo specialista ricorda infine come la disfunzione erettile rappresenti «una faccia della sindrome metabolica, quella che insieme a ipertensione e diabete si lega più a doppio filo con il pericolo di scivolare nel tunnel della depressione».
Disfunzione erettile, target sempre più “giovane”
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