C’è discordanza tra gli addetti ai lavori sulle potenzialità che il “mobile” (tablet e smartphone) potrebbe offrire alla farmacia e ai sistemi sanitari. Lo conferma il dibattito che sul tema si è scatenato al meeting annuale del Girp, l’Associazione europea dei distributori intermedi, organizzato a Vienna il 2 giugno. Per Emily Kelly, direttrice sales e marketing di Lloydspharmacy Irlanda, le tecnologie legate alla portabilità possono diventare un importante strumento con cui accrescere la customer loyalty in farmacia e rafforzare l’aderenza alle terapie. Di avviso opposto John Chave, segretario generale del Pgeu (l’Associazione dei farmacisti europei), secondo il quale invece le potenzialità del “mobile” sono spesso sovravalutate. In una intervista alla rivista specializzata britannica Chemist and Druggist, in particolare, Chave esprime dubbi sull’esistenza di una reale domanda di mobile health. “App” complicate come quelle già realizzate per misurare l’aderenza alle terapie, è il suo ragionamento, non sono utilizzate dal vasto pubblico e le spinte dell’industria informatica per questo genere di prodotti sembrano ingorare il fatto che i pazienti preferiscono il rapporto personale. E poi, ha concluso Chave, non va dimenticato che la fascia di popolazione più bisognosa di assistenza, gli anziani, è anche quella meno attratta da smartphone e tecnologie mobile.
L’esperienza riportata al meeting del Girp da Emily Kelly sembra però contraddire in parte le valutazioni di Chave. E’ vero, ha ammesso la dirigente di Lloydspharmacy, che gli anziani hanno spesso difficoltà a usare uno smartphone, ma è anche vero che MyMed app – l’applicazione lanciata dalla catena britannica per aiutare i pazienti a seguire con regolarità il trattamento farmacologico prescritto – viene attualmente utilizzata da un pubblico composito, formato anche da anziani, e ha fatto guadagnare all’insegna inglese non poca popolarità. «Grazie all’app» ha detto in particolare Kelly «abbiamo incrementato il numero di ricette spedite ed è anche aumentata la fedeltà ai nostri punti vendita».
Anche per Max Wellan, presidente dell’ordine dei farmacisti austriaci,lo smartphone può diventare un “assistente” ideale per l’aderenza alle terapie, perché noi tutti lo teniamo a non più di due metri di distanza da noi. E nel corso di un convegno medico-scientifico organizzato la settimana scorsa a Bali, il direttore commerciale di Alliance Healthcare Uk, John Pignone, aveva ricordato che il numero di utenti oggi fornito di smartphone ha raggiunto livelli tali da rendere il mercato delle app per mobile health decisamente appetibile.
La stessa visione contraddistingue la Commissione Ue, le cui stime dicono che il mercato della Sanità mobile supererà nel 2017 i 4 milioni di sterline. «Credo che la mobile health stia crescendo a tale velocità» ha detto a Vienna Paul Timmers, direttore della divisione sostenibilità e sicurezza sociale della Commissione «da rendere consistenti le potenzialità di questa tecnologia rispetto al miglioramento dell’assistenza, alla razionalizzazione delle risorse e all’empowerment dei pazienti».
Farmacia e mobile, esperti divisi sulle potenzialità
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