Home hospital: la cura va dal cittadino

Home hospital: la cura va dal cittadino

L’healthcare vive stagioni di profondo cambiamento immerso in una realtà di sviluppo tecnologico in rapida evoluzione, con una sempre più pressante necessità di potenziare l’assistenza personalizzata al paziente, contenendo però i costi. Tutto questo si traduce in un nuovo modo di fare salute: l’home hospital e la delocalizzazione delle cure sul territorio. Si tratta di misure già in atto e in forte crescita sia nel settore pubblico che in quello privato e rappresentano una realtà che rispecchia a pieno la vocazione principale del ruolo del farmacista. (Fonte: articolo di analisi Forbes).

L’idea non è completamente nuova. Basti pensare all’assistenza domiciliare integrata, un servizio garantito dall’ASL che assicura ai malati parzialmente o totalmente non autosufficienti e alle loro famiglie un aiuto infermieristico (come medicazioni, terapie intramuscolari o endovenose, prelievi e così via) e/o fisioterapico e un supporto per l’igiene personale.

I servizi degli Ospedali

Diversi ospedali si stanno già attrezzando per l’assistenza sul territorio. Un’anteprima di quello che potrebbe essere il futuro, annunciata da Humanitas, è l’esperienza del nuovo centro medico, l’Humanitas Medical Care, attivo all’interno del più grande centro commerciale d’Italia, “Il Centro” di Arese. Circa 1200 metri quadri dedicati alla cura della salute, dalla prevenzione alle diagnosi, dai trattamenti alla riabilitazione, allo scopo di inaugurare un modo innovativo di fare sanità, più vicino alle persone e ai pazienti. Conterrà 20 specialità mediche, dalla ginecologia alla dermatologia, dalla cardiologia all’oculistica, dall’ortopedia, alla dietologia, un punto Radiologico, un Centro Odontoiatrico e un Centro Prelievi (di prossima apertura), ciascuno ad alto tasso di tecnologia.

Una tipologia di servizio che offre sostegno territoriale nella prevenzione e terapia alla quale potrebbe essere ispirato e nel quale potrebbe inserirsi anche il mondo della farmacia.

Il futuro della cura a domicilio

Si può prevedere che in futuro molte condizioni mediche potranno essere gestite a domicilio o comunque senza una ospedalizzazione ai livelli attuali per la possibilità di prevenire molte più patologie che in passato. Basti pensare alle malattie cardiovascolari, che attualmente sono tra le patologie con maggior impatto sulle strutture ospedaliere, con infarti e ictus tra le principali cause di morte a livello mondiale: si tratta problematiche prevedibili con una migliore conoscenza dei fattori di rischio. Anche le lesioni traumatiche sono in calo e si prevede scenderanno considerevolmente con l’introduzione delle auto con guida automatica (senza conducente) e con robot assegnati a svolgere i lavori più pericolosi. Entro qualche decennio la tecnologia e le conoscenze mediche rivoluzioneranno le attuali necessità, rendendo più veloci le diagnosi e più efficienti le terapie, e probabilmente il numero delle patologie da gestire sarà inferiore: gli esseri umani potranno avere vite più lunghe e sane. Questo significa che il ruolo degli ospedali potrebbe essere ridotto a un luogo dove soggiornare solo per brevi emergenze, mentre dovranno essere dedicati maggiori spazi alla prevenzione e alla gestione delle cronicità in ambito domiciliare.

Proprio in questo contesto le farmacie potrebbero trovare interessanti aree di sviluppo sul territorio andando a fare ulteriormente da collante tra le strutture sanitarie ed il cittadino attraverso le attività di affiancamento nella gestione della salute che già oggi le contraddistingue.

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