Il comparto degli integratori è sempre più spesso “rifugio” di piccole aziende italiane alle prese con la crisi. Lo rivela a Pharmakronos – il quotidiano di informazione farmaceutica dell’Adnkronos Salute – Roberto Giampietri, professore a contratto di Aspetti di economia e marketing dei medicinali all’università degli Studi di Milano. Secondo l’esperto, il fenomeno riguarderebbe quelle «aziende che non hanno la massa critica per puntare sull’innovatività, piccole, che vivono di co-marketing e che sono in crisi perché il tempo dei blockbuster è finito».
Per non soccombere, queste imprese hanno dunque iniziato a buttarsi nel mercato degli integratori e dei dermocosmetici, più redditizio e meno appesantito dalla burocrazia. «Il risultato però» avverte Giampietri «è che le farmacie sono “ingolfate” di questi prodotti e non sono in grado di gestire gli assortimenti: i farmaci in commercio sono circa 8.500 tra le varie indicazioni, mentre parafarmaci e integratori – che comunque rappresentano ancora il 30-40% del fatturato delle farmacie – sono oltre 13mila».
Per l’esperto, è la conclusione, sarebbero necessarie «politiche per il sostegno di queste realtà italiane».
Integratori, “rifugio” per aziende in crisi
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