Integratori alimentari: qualità e innovazione

Integratori alimentari: qualità e innovazione

Fatturati in crescita che superano il miliardo di euro nel 2015; occupazione in crescita o comunque stabile anche in questo scorcio di 2016 che supera gli 8.000 occupati; dati positivi anche sul fronte dell’internazionalizzazione con un export che supera i 190 milioni di euro annui. Sono i dati degli integratori alimentari, raccolti dall’indagine curata dal Centro Studi di FederSalus per il nuovo Osservatorio della filiera italiana dell’integratore alimentare, presentata recentemente a Milano. Ne parliamo con Marco Fiorani (nella foto), presidente di FederSalus, l’associazione che raggruppa 162 aziende della filiera dell’integratore alimentare. «I dati emersi dall’indagine dell’Osservatorio – conferma Fiorani – sono in linea con una tendenza ormai stabile, confermata dagli studi condotti da istituti di ricerca autorevoli come New Line e Eurisko: la filiera degli integratori alimentari è un’eccellenza italiana consistente in una riconosciuta qualità e capacità d’innovazione. Naturalmente è ancora il mercato interno a fare la parte del leone, anche se le aziende che hanno scelto l’internazionalizzazione fanno prevedere grandi opportunità, come nel caso dei mercati dell’Est europeo: le imprese FederSalus internazionalizzate sono quelle che hanno incrementato di più il fatturato». I dati del 2015 sembrano confermare un percorso di luci in linea anche con gli anni precedenti e in contrasto con la crisi economica, e le ombre, se ce ne sono? «I dati sono eccellenti e anche questi primi mesi del 2016 confermano questo trend. Parliamo della seconda quota di mercato dopo il farmaco etico, con una crescita nell’ultimo anno di quasi il 9 per cento che supera il farmaco di automedicazione. Le ombre riguardano un quadro “regolatorio” ancora impreciso, che può generare confusione e che non riconosce all’integratore alimentare quel ruolo di protagonista nel settore healthcare che invece gli assegnano, con un grado crescente di consapevolezza, molti consumatori. Questo lascia spazio a un paradosso: mentre c’è ancora diffidenza da parte di alcuni, il principale veicolo d’informazione, per i cittadini, proviene dai medici di base e dal farmacista, così come è ancora la farmacia il canale di distribuzione d’elezione (quasi il 90 per cento del totale) degli integratori alimentari. Da questo punto di vista si risponde a una domanda di benessere e prevenzione che non può che avere un impatto positivo anche per il Sistema sanitario pubblico».

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