Mirone: salviamo la farmacia indipendente

Mirone: salviamo la farmacia indipendente

Come il soldato Ryan del noto film di Spielberg, urge organizzare una missione che salvi la farmacia indipendente dalla minaccia incombente del capitale. Una minaccia che, riaperti i lavori parlamentari e con il ddl concorrenza pronto a riprendere il suo iter, appare ormai ineludibile, come quegli asteroidi che nei film di fantascienza puntano dritto sulla Terra e hanno già oltrepassato il punto di non ritorno. Inutile dunque cercare di mutarne la rotta perché l’impatto è ineludibile, più saggio invece mettersi attorno a un tavolo e capire come “corazzare” la farmacia indipendente perché sopravviva all’impatto. Così almeno la pensa il presidente di Federfarma Servizi, Antonello Mirone, che nei giorni scorsi è tornato a sventolare un réfrain da tempo caro all’associazione delle cooperative di farmacisti: le aziende dei titolari, cioè farmacie e distributori, devono mettersi a fare squadra.

Presidente, non è la prima volta che lanciate appelli di questo genere. Come mai ritornate alla carica?
Perché ora, con il ddl concorrenza alle tappe finali, il tempo delle parole è finito. E’ arrivato il momento di fare e bisogna farlo in fretta, perché dopo sarà troppo tardi.

Va bene, ma fare che cosa?
Andiamo a vedere come stanno le cose nei Paesi dove il capitale è già nella proprietà delle farmacie: da una parte ci sono le catene delle multinazionali, dall’altra rimane un 20-30% di farmacie indipendenti che cerca di resistere e spesso ci riesce. Questo è quanto accadrà anche in Italia, quindi la nostra domanda è: come vogliamo attrezzarle queste farmacie indipendenti per metterle nelle condizioni di resistere “all’ondata” prossima ventura del capitale? Quali strumenti, quale modello? Vorremmo dare una risposta a tali interrogativi avviando con Federfarma, Fofi, Assofarm e le altre sigle della filiera una riflessione a tutto tondo.

Avrete già qualche idea su come dovrà essere la farmacia indipendente di domani…
Per cominciare dovrà giocoforza aggregarsi, ovviamente con altre farmacie della sua specie. Nessuno si faccia illusioni: davanti alla concorrenza del capitale il titolare isolato, anche quello più bravo e attrezzato, verrà spazzato via. Resisterà soltanto chi unirà le forze.

Ossia? Gruppi di acquisto, network, circuiti, catene di titolari…
Dipende, il principio base in ogni caso rimane uno: il titolare deve accettare all’idea che qualche funzione va delegata, ovviamente a centrali o gruppi che condividano lo stesso modello di farmacia, pongano in cima a ogni altra cosa la professionalità del farmacista e si guardino bene dal relegarlo al ruolo di semplice commesso. Per noi cooperative il titolare resta il capitano della sua azienda, libero e autonomo.

E’ di questo modello che parlerete nella vostra Convention del 15-17 ottobre, organizzata come l’anno scorso in collaborazione con FederfarmaCo?
Come ho detto, urge confrontarsi perché è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Vorremmo quindi che alla Convention, Federfarma e le altre sigle della farmacia avviassero assieme a noi una riflessione su aspetti e contenuti del modello che dovrà ispirare la farmacia indipendente. La tavola rotonda che accompagnerà il convegno principale servirà allo scopo. Ma nelle altre giornate organizzeremo anche incontri tra aziende e farmacie per discutere di formule e modelli evoluti, presi a prestito anche da altri comparti produttivi, come il microfranchising. Lo ripetoo, è arrivato il momento di fare perché non c’è più moto tempo.

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