Nielsen: Italiani, fiducia in crescita

Nielsen: Italiani, fiducia in crescita

Aumenta la fiducia degli italiani, confermando il trend positivo degli ultimi mesi. Secondo i dati Nielsen dell’ultimo studio Global Consumer Confidence, l’indice per l’Italia è oggi del 61 per cento, dopo aver toccato livelli minimi nel 2012 (39 per cento) e aver visto due anni di sostanziale stagnazione. Certo la situazione è ancora difficile: solo il 20 per cento considera il Paese fuori dalla crisi economica, ma il valore è quasi raddoppiato rispetto al trimestre precedente (11 per cento) e in sensibile rialzo rispetto a fine 2014. Tra il rimanente 80 per cento che sente ancora il permanere della crisi, il 14 per cento è sicuro di uscirne nel 2016. I motivi dell’ottimismo si devono a un leggero miglioramento della condizione finanziaria personale, con quasi un quarto degli italiani più fiducioso per il 2016 (rispetto al 18 per cento di fine 2014), così che il 18 per cento ora ritiene che sia il momento giusto per acquistare i beni di cui necessita e di sostenere qualche spesa per viaggi, vestiti (30 per cento) e svaghi fuori casa (23 per cento). L’incertezza del proprio posto di lavoro resta tuttavia la prima preoccupazione per il 22 per cento, seguita da un timore generale per l’andamento dell’economia (9 per cento) e per la salute (8 per cento).

«Dai dati elaborati all’interno della Survey di Nielsen Global Consumer Confidence – commenta l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – emerge che gli italiani si mostrano più fiduciosi che in passato riguardo alla situazione economica sia del Paese sia personale. Nello stesso tempo si assiste a una marcata riduzione dei pessimisti, vale a dire di quanti ritengono l’Italia ancora in recessione. Ciò anche se rimane ancora un interrogativo relativo ai riflessi sui consumi. Infatti, l’andamento delle vendite vede l’ultimo trimestre positivo ma in frenata rispetto al trimestre precedente. Il dato del Pil 2015, inferiore di 0,2 punti rispetto alle stime dei mesi precedenti, contestualmente a un rialzo dei prezzi dei beni di largo consumo ancora troppo contenuto, risultano segnali che destano qualche preoccupazione. Si rende allora necessario proseguire sulla via di politiche economiche espansive che sostengano il consolidarsi e la ripresa della domanda».

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